Se pensate di conoscerlo perfettamente solo perché è sempre lì, in mezzo alle vostre gambe, o perché (se siete donne) ci avete a che fare – ogni tanto o spesso – forse vi sbagliate. Il pene è un organo meraviglioso e polivalente, e la sua anatomia è molto più complessa di quello che si potrebbe pensare. Ecco a voi, signore e signori, il pene!
Pene: chi è costui?
Il pene, insieme allo scroto (lo scrigno che contiene i testicoli), costituisce i genitali esterni. È l’organo maschile con una duplice funzione: fa parte dell’apparato riproduttivo e dell’apparato urinario. Come tutti ben sappiamo, infatti, il pene è l’organo copulatore che permette di trasferire all’interno della vagina lo sperma necessario alla riproduzione attraverso l’eiaculazione. Ma è anche l’organo che ospita l’uretra, ovvero il tubicino (lungo circa 20 cm) che scorre attraverso l’asta del pene e che collega la vescica con l’orifizio esterno. Tradotto in soldoni, è il tubicino attraverso il quale scorre la pipì. Ma non solo: attraverso l’uretra scorre anche lo sperma.
Anatomia del pene
L’anatomia del pene è davvero ricca e complessa (e pensavamo di essere noi donne quelle complicate!). Osservandolo esternamente, si possono innanzitutto riconoscere tre parti diverse: la radice, l’asta del pene o corpo e il glande.
- La radice, come il nome suggerisce, è la parte interna e fissa del pene, in cui sono ancorati i tessuti spongiosi e cavernosi; è situata nella parte anteriore del perineo maschile.
- L’asta è la parte esterna e mobile, di forma cilindrica. Tra le parti del pene è quella dall’aspetto più variabile: nello stato flaccido l’asta del pene è orientata verso il basso, durante l’erezione sale verso l’alto e aumenta notevolmente di dimensione e consistenza. Come mai? Perché al suo interno scorrono i corpi cavernosi e il corpo spongioso, che sono le strutture erettili: riempiendosi di sangue permettono l’erezione. Se si osserva l’asta in sezione (nel caso doveste avere un pene affettato a portata di mano, per dire) è possibile riconoscere distintamente i due corpi cavernosi, all’interno delle quali scorrono le due arterie cavernose, e il corpo spongioso, all’interno del quale scorre invece l’uretra. Nella parte dorsale sono presenti l’arteria dorsale e la vena dorsale, oltre a fasci nervosi. L’asta è ricoperta da un sottile strato di pelle pigmentata: ecco perché la pelle del pene appare leggermente più scura rispetto al resto del corpo.
- Il glande, infine, è la testa del pene. È chiamato anche balano e ha un colore rosato, che durante l’erezione diventa rosso-violaceo. Ha una forma semiconica e arrotondata, studiata (nientepopodimeno che da Madre Natura) per facilitare la penetrazione. La base del glande, più larga della parte superiore e dell’asta, è la corona pene, mentre il restringimento immediatamente sotto è chiamato collo del pene o solco balano-prepuziale. Allo stato flaccido (e a meno che il pene non sia stato circonciso) il glande è infatti ricoperto dal prepuzio, uno strato di pelle scorrevole unito al glande mediante il frenulo. In cima al glande è presente il meato uretrale, ovvero la parte terminale del tessuto spongioso, ovvero (detto terra-terra) il buchino in cui sbocca l’uretra e da cui escono urina e sperma.
Come funziona il pene
Come abbiamo visto, il pene è un organo multitasking. In condizioni di flaccidità svolge principalmente la sua funzione di apparato urinario, ma tutto cambia quando qualche stimolo visivo, tattile o immaginario scatena l’eccitazione sessuale, dando luogo all’erezione peniena. Gli stimoli vengono recepiti dal sistema nervoso centrale (si può ben dire che pene e cervello nell’uomo siano strettamente collegati!) e trasmessi ai centri di controllo spino-sacrali, che rispondono con vasodilatazione e afflusso di sangue, che provocano a loro volta l’aumento della durezza e delle dimensioni del pene. Ecco l’erezione (in realtà è tutto ancora più complesso di così, ma eviteremmo di addentrarci in questa sede in neurotrasmettitori e nervi nitrergici). Il sangue che arriva copioso al pene riempie le cavità dei corpi cavernosi e del corpo spongioso; quest’ultimo esercita però una pressione leggermente inferiore rispetto ai suoi colleghi, per non schiacciare l’uretra e permettere che attraverso di essa fluisca lo sperma in fase di eiaculazione.
Pene: la zona erogena maschile n°1
Che il pene sia LA sede del piacere maschile non è una grande novità. Insieme a perineo e testicoli è infatti la zona erogena primaria del piacere maschile, ovvero la parte in assoluto più sensibile del corpo di ogni uomo. Ma non tutta la sua superficie è sensibile allo stesso modo. La zona in assoluto più ricca di terminazioni nervose e di recettori del piacere è il glande. L’anatomia del glande lo rende infatti una vera e propria “antenna” del piacere, capace di recepire gli stimoli tattili e di farli scorrere lungo l’asta. Non è necessario perciò lanciarsi in deepthroat acrobatici per dare piacere al proprio partner: la chiave del suo orgasmo è tutta nella testa (del pene).
Igiene del pene
Non va più via l’odore del sesso che hai addosso? Forse è perché non lavi correttamente il pene e non elimini lo smegma. Lo smegma è l’accumulo di materiale sebaceo (secreto dalle ghiandole prepuziali) e cellule epiteliali che tende a nascondersi nel solco balano-prepuziale, dando al pene il suo caratteristico (cattivo) odore. Non solo: l’accumulo di smegma può dare origine a irritazioni e infezioni. Ecco perché è importante osservare un’attenta igiene intima, detergendo il pene con un sapone delicato e privo di profumi e ritraendo il prepuzio in modo da pulire anche il glande.
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