Al compimento dei miei 26 ho fatto il primo passo verso l’esterno, sono andata a vivere da sola ho aperto una piccola porticina verso il mondo.
Fino al quel momento ero sempre io, sola, chiusa nella mia stanza che facevo scivolare la mano tra i miei seni nudi, mi sfioravo la pancia e infilavo le dita nelle mie mutandine, la zona calda e umida dal profumo dolciastro faceva da ciotola per intingervi le mie dita, così da rendere scivolosi clitoride e grandi labbra.
Non avevo bisogno di film porno. Mi bastava immaginare una donna simile a me con un seno prosperoso e i lunghi cappelli neri, una bellezza mediterranea, immaginavo un capezzolo che usciva involontariamente da un elegantissimo abito nero scollato ed il gioco era fatto. Il clitoride veniva stimolato ad arte ed ero scossa da potenti vibrazioni di piacere per tutto il corpo, non emettevo suoni era tutto poco sonoro e poco visivo, ma dentro di me strillavo e i fuochi d’artificio scoppiavano.
Con il tempo ho avuto una prima relazione con un ragazzo più giovane di me e con lui ho perso la mia verginità, ne ero innamorata, il sesso era di bassa qualità ma il sentimento amplificava tutto, è stato questo ad aprirmi alla vita, alle mie amiche dico sempre che ogni amante che poi mi sono trovata ha dato un notevole apporto alla bella donna che sono ora.
Tre anni dopo
Era novembre sull’isola il vento soffiava forte e mi impediva di raggiungere la terra ferma per il lavoro, avevo inviato una email a lavoro dove mi giustificavo per l’assenza dall’ufficio, ho messo un abitino stretto e degli stivali e sono uscita a fare la spesa, infreddolita sotto l’ombrello.
Ero triste in quel periodo, mangiavo poco ed ero dimagrita molto.
Entro nel piccolo supermercato e mi incanto nel reparto frutta, osservavo le pesche lisce e morbide, so che non si fa ma le sfioro con un dito, sento una presenza alle mie spalle, mi giro e lo vedo.
Alto più di un metro e novanta, muscoloso ma non troppo, sorride. Io mi giro intimidita, fingendomi attenta nella scelta della pesca perfetta.
Sento la sua energia che si avvicina e poi sento: “non è periodo di pesche, saranno poco gustose”.
Mi volto: “beh sono comunque belle!”
Lui: “mi sembra di averla già conosciuta altrove!”
Io: “sarà un Déjà vu!”
Lui: “forse è così”
Continuo la mia spesa indisturbata arriva il mio turno in cassa, pago e mi preparo con i sacchetti e l’ombrello, mi sento totalmente scoordinata; metto un piede fuori e sono nel pieno della pioggia. Faccio un passo deciso e un piede mi slitta, sto per cadere ma due braccia forti mi tengono su.
Mi giro e il “signor pesca matura” mi tiene come una bambola di pezza, mi tira su e mi prende i sacchetti di mano: “se permette le do un passaggio”.
Io: “abito qui vicino, non serve!”
Lui: “insisto!”
Sorrido e dico: “va bene!”
Facciamo il breve tratto di strada assieme. Chissà perché passeggiare con quest’uomo al mio fianco mi rende così tranquilla.
Arriviamo l’uscio di casa mi volto e lo vedo lì zuppo, non ci penso due volte, apro la porta e dico: si venga a dare una sistemata, intanto le preparo un tè. Inizio ad andare in panico lui entra e farfuglio cose mentre armeggio con il bollitore e si inizia a spogliare così butto fugaci occhiate dietro mi dice di chiamarsi Francesco e di smettere di dargli del lei. Così abbasso la testa e sorrido.
L’aria è tesa si percepiscono gli ormoni e lui pure li sente ne sono certa, forse sente già l’odore dolciastro perché io mi sento già bagnata. Mi abbraccia, il contatto di solito mi fa innervosire, ma questo è stranamente piacevole e intimo.
Con mano ferma e sicura mi infila una mano nei pantaloni sbottonando l’unico bottone mentre con l’altra si insinua tra camicia e reggiseno di pizzo.
Inizio ad ansimare mentre le sue mani esperte passano dal pube al clitoride e lo umidificano. Mi volto e mi stampa un bacio passionale in bocca, sono avvinghiata a lui e sento la sua eccitazione da sotto i pantaloni decido che va assolutamente liberata, slaccio la cintura e abbasso mutande e pantaloni in un colpo solo.
Mi fermo ad ammirare la sua erezione, è bellissima e prepotente, avvicino il viso e tocco la punta con la lingua. La bagno un poco, mi allontano e soffio, lui ride; decido che è il momento di farmi sentire realmente lo prendo in bocca e lo succhio prima lento poi forte e alterno a vari momenti. Intanto mi tocco con una mano, sono troppo eccitata, presa dalla foga continuo aggiungendo una mano e passando dall’asta al perineo mi dedico un poco a disegnare delle s in quella zona.
Non mi interessa più nulla, voglio solo vederlo godere.
Torno a tracciare linee con la punta della lingua sull’asta e lo infilo completamente in bocca tutto fino a che non mi manca l’aria e mi concentro di nuovo sulla punta, lo vedo avere un tremore e allontanandosi mi viene sul collo e sull seno, bagnando il mio reggiseno di pizzo.
Si siede vicino a me ai piedi della cucina mentre il bollitore fischia, l’acqua per il te è pronta.
Mi sussurra nell’orecchio: dopo tocca a te!