Buon Compleanno

Era finalmente arrivato il giorno del mio compleanno. Mi finii di vestire, mi accarezzai il viso sorridendomi allo specchio. Misi un velo di mascara e un bel rossetto rosso porpora, poi mi passai il dito sulle labbra morbide.

Sentivo le pulsazioni tra le gambe.

Mi aggiustai i capelli. Quel giorno avremmo dovuto giocare. Non sapevo cosa aspettarmi ma la sola idea mi eccitava da morire. Preparai la borsa. Ci misi dentro le solite cose che si portano quando si passa una notte fuori: il beauty, il pigiama, i vestiti per il giorno seguente. Poi arrivò la mia parte preferita. Aprii i vari cassetti in cui riponevo la biancheria speciale, l’anta dell’armadio in cui conservavo i corpetti e i baby doll. Alla fine rimase il cassetto del comodino, dove c’erano i miei giocattoli. Mi fermai a riflettere su quali fossero le cose giuste da portare. Alla fine decisi.

Seguii attentamente le istruzioni che lui mi diede. Salii sull’autobus e mi sedetti in fondo. Ultimo sedile a sinistra. Lo aspettai con il cuore in gola. Ancora poche fermate e sarebbe salito anche lui. Ad un tratto lo vidi, stava pagando il biglietto e io sfregavo le gambe. Venne verso di me e fece finta di non conoscermi. Io lo assecondai. Come un perfetto sconosciuto mi chiese se poteva sedersi accanto a me e io con un cenno di testa feci sì. Mi stava fissando le gambe. Avevo messo le calze nere sottili, con un cappotto rosso e i tacchi a spillo. Mi mise una mano sulla coscia e mi guardò per vari secondi negli occhi.

Stavamo già facendo l’amore. Lì fermi così, in quell’istante.

Poi, nascosti tra i sedili con le luci dell’autobus spente, la sua mano iniziò a scendere verso la caviglia sino alle scarpe. Mi toccò la scarpa. Mi toccò il tacco.  Mi sussurrò che avrebbe voluto leccarmi qualsiasi cosa avessi indosso, anche il tacco delle scarpe. Poi la mano riprese a salire diretta dove speravo, tra le mie gambe calde e umide. Passò sotto la gonna, spostò la mutandina di pizzo e la trovò. Io aprii le gambe, accogliendolo. Iniziò a giocare con le mie labbra facendomi bagnare ancora di più. Poi quando mi vide il fuoco negli occhi mi penetrò con le dita. Io gli aprii la cintura e gli slacciai i pantaloni. Glieli tirai un po’ giù, quanto bastava per far uscire il suo pene a “giocare”. Ci sputai sopra e me lo misi in bocca. Quando sentii l’erezione dura sulla mia lingua cambiai posizione. Mi misi sopra e ci masturbammo a vicenda. Lui mi penetrava con le dita e io glielo menavo. Quando venni, mi tappò la bocca con la mano. Poi mi abbassai in ginocchio tra i sedili. Volevo lasciargli un ricordo memorabile. Glielo succhiai facendomelo arrivare fino in gola, con le lacrime agli occhi. Gli succhiai anche le palle. Adoravo farlo. E mi feci venire in bocca, bevendo il suo fluido caldo. Poi ci guardammo e ci sorridemmo soddisfatti di quello che avevamo fatto.

Scendemmo dal bus, mi prese la mano e ci dirigemmo nella casa che aveva affittato per quella notte. Neanche il tempo di entrare e già eravamo sul letto. Lentamente iniziammo a spogliarci. Mi tolse le calze e le leccò. Poi se le legò al collo. Rimanemmo finalmente nudi. Prese la bottiglia di vino. Riempii i bicchieri. Ci versammo il vino. Ce lo scambiammo da bocca a bocca. Il vino colava dappertutto. Su tutte le parti dei nostri corpi e iniziammo a leccarci come animali impazziti. La sensazione sulla pelle era meravigliosa. Mi leccò tutta. Partendo dai piedi, salendo tra le gambe. Mi leccò l’ano mentre ero a pecora. Bevve del vino e poi assaporò il mio clitoride. La lingua fredda penetrò nella vagina. Ero caldissima. Continuò a salire, mi versò del vino sull’addome e mentre ero ben inarcata col petto all’esterno lo versò anche sui capezzoli turgidi. Sentivo il vino accarezzarmi e scorrermi addosso. Mi sentivo una dea. Continuò a leccarmi senza sosta. I capezzoli ancora più duri, tra le mie gambe sempre più fluido. Arrivò al collo. Poi nella bocca. Le lingue giocavano come due moschettieri. Si colpivano, taglienti e vogliose. Avrebbero voluto penetrarsi nell’impossibile. Ce le passammo sui denti e in fondo alla gola. Poi allungai la mano e presi di getto il mio giocattolo dalla borsa. Lo scansai e iniziai a masturbarmi davanti a lui che mi guardava estasiato con il cazzo duro. Si sedette sulla poltrona di fronte a me sorridendomi.

Facevamo l’amore con gli occhi mentre ci masturbavamo uno di fronte all’altra. Poi quando l’eccitazione fu massima si alzò dalla poltrona e mi prese in braccio. Mi portò verso il tavolo, mi girò, mi poggiò le mani e le braccia sul legno duro. Mi aprii le gambe, mi sculacciò e mi penetrò. Sentivo le sue palle sbattermi contro. Adoravo suono e sensazione. Mi scopò tenendomi le tette nelle sue mani e di tanto in tanto stringendomi i capelli. Ero in paradiso. Quando stava per venire lo sentì. Mi girai di scatto e mi feci venire sul seno. Mi spalmai il suo sperma sui capezzoli e lo guardai. Bevvi un sorso di vino e gliene diedi un po’ anche a lui dalla mia bocca. Dopo iniziammo a ridere come due ragazzini. Mi sussurrò con la sua splendida voce buon compleanno e mi disse che avevo tanti pacchi ancora da ricevere. Era sicuramente l’inizio di una lunga notte.

2021-01-29 MySecretCasehttps://www.mysecretcase.com/static/frontend/MSC/mysecretcase/it_IT/images/mysecretcase-shop-online-piacere-donne.svg https://blog.mysecretcase.com/wp-content/uploads/2021/01/buon-compleanno-quadrato.jpg