Ti guardo dormire nel mio letto, nudo e spettinato, con i capelli lunghi a coprirti la faccia. Mi alzo per preparare il caffè e dalla cucina continuo a spiarti, finché non torno tra le lenzuola, con la tazza fumante in mano. L’aria ora è impregnata dei nostri corpi, dei profumi rimasti incollati ai vestiti, del sapore delle piadine divorate davanti al bar sotto casa, seduti sui gradini dell’ingresso, troppo affamati per aspettare di rincasare. La nota pungente del caffè si mescola agli altri odori e solletica le tue narici, facendoti svegliare. Sbadigli e ti stiri come un gatto, avvinghiandoti a me fino a urtare la tazza e macchiarmi.
“Attento, amore!” esclamo, fingendo di rimproverarti.
Mi guardi sorridendo e, silenzioso, sfili la ceramica dalla mia mano, posandola sul comodino.
“Il caffè lo bevi dopo, torna qui” mi intimi, sornione.
Il suono del campanello ti interrompe mentre infili una mano sotto alla maglia alla ricerca dei miei seni.
“Ci penso io” annunci rassicurante, nonostante tu sia nudo.
Afferri una maglietta dal pavimento, pensando sia la tua, e invece ti ritrovi con un pezzo di stoffa bianco che ti copre appena l’ombelico e il volto di una modella che fuma sul petto. Infili al volo i boxer morbidi e apri la porta al postino, deve consegnare un pacco.
Ti guardo e penso che sei bellissimo, con i capelli ricci che ti coprono la schiena e la mia t-shirt stretta a sottolineare il corpo esile ma slanciato. In mano stringi il pacco che contiene nuovi giocattoli, acquistati l’altra notte sull’onda della curiosità. Lo apriamo assieme e le nostre fantasie prendono immediatamente una piega inaspettata. Avevo scherzato alcune settimane fa, dicendo che mi sarebbe piaciuto vestirti da donna. I tacchi a spillo della tua misura non li ho, ma ho altre idee.
Posiziono uno dei nostri vinili preferiti, preparo un altro caffè e lascio che le inibizioni cedano il posto alla sperimentazione. Ti lasci truccare ridendo, mentre con le mani mi tocchi la fica leggermente eccitata, e mi addenti le tette che ora ho liberato dalla stoffa. Stai bene con la matita nera sugli occhi, sbavata al punto giusto da farti sembrare un cantante punk. Hai labbra sottili, ma morbide, e vorrei vederle colorate di rosso, per lasciarmi decorare il corpo dalle tracce dei tuoi baci. Stendo il rossetto e non resisto, salgo su di te, che sei seduto sul bordo del letto, e ti bacio, lasciando che il colore macchi i nostri volti, come fossimo predatori che si sono appena nutriti. Spingo l’inguine contro il tuo arnese già eccitato e ti vorrei dentro di me, ma resisto, manca ancora un dettaglio: le calze. Ti infilo un paio di mie autoreggenti a rete nere, sei sconvolgente. Questa nuova immagine è eccitante e concludo l’operazione sfilandoti i boxer, ora sei perfetto.
Mi inginocchio davanti a te, nello sguardo hai una sfrontatezza mai vista, ti prendi il pene con la mano e inizi a menarlo guardandomi. Mi avvicino per aiutarti, ma rifiuti, “voglio leccartela e macchiarti col rossetto”, sussurri.
Annuisco e mi stendo a terra con la schiena sul tappeto, lascio che i tuoi capelli mi coprano il petto, mentre accarezzi il mio clitoride con la lingua e con le dita formi piccoli cerchi concentrici attorno all’ingresso. Il piacere generato dalla stimolazione, unito al pensiero delle tue labbra dipinte, innescano velocemente il mio orgasmo, che ti galvanizza al punto da penetrarmi con urgenza, come se non potessi aspettare oltre.
Osservo le tue gambe coperte di rete nera, ipnotizzata, poi salgo con lo sguardo fino alla maglietta, la modella che fuma si muove avanti e indietro e per una manciata di secondi mi sembra che sia lei a scoparmi. Mentre questa immagine si imprime nella mente, chiudo gli occhi, lasciandomi godere senza freni. Un’idea all’improvviso interrompe il flusso di emozioni in cui sono immersa: “potremmo usare uno dei nuovi giocattoli!”, esclamo.
“Grande idea baby, ma quale?” rispondi con voce eccitata.
“Il dildo a ventosa” propongo con voce impertinente, come una bambina che sta per commettere una marachella.
“E chi ci gioca con questo bel cazzone nero? eh, tesoro?” domandi ridacchiando.
“Lo usi tu, troietta” ribatto sorridendo.
“Sei proprio una bambina cattiva, con una mente molto molto disturbata, lo sai?”
“È per questo che stai con me, perché ti puoi mettere il rossetto, farti inculare da un cazzo di gomma mentre mi scopi a pecora, ammettilo”.
“Sì, baby, io ti adoro, sei tremenda”.
“Adorami mentre fissi il dildo al vetro della porta finestra”.
“Ma così mi vedranno tutti il culo!”
“Beati i nostri dirimpettai, allora!” ribatto provocandoti.
The Boss Stub
The Boss Stub è il fallo realistico e dildo a ventosa di fun Factory perfetto per tutti i vostri giochi più trasgressivi. La ventosa alla base permette di fissarlo su qualsiasi superficie liscia e di indossarlo con una harness, per sperimentare l'inversione di ruolo e il pegging. Apritevi a nuove frontiere di piacere con The Boss!
Scopri di più!Attacchi il finto pene e lo cospargi di lubrificante, mentre mi offro di spalmartelo io sull’ano. Massaggiarti lo sfintere mi eccita e inizio a penetrati delicatamente con le dita, per allargare l’ingresso. Vedo nei tuoi occhi che l’eccitazione cresce e mentre con una mano proseguo nel movimento, con l’altra afferro il tuo cazzo e me lo porto alla bocca. Gemi e fatichi a trattenere l’orgasmo, così mi fermo e lentamente ti spingo contro il dildo, che entra morbidamente, facendoti sussultare.
L’erezione resta intensa e ne approfitto per farmi penetrare a mia volta, dandoti la schiena. Mi appoggio con le mani a terra, ringraziando le lezioni di yoga della domenica che mi hanno resa abbastanza flessibile.
Inizi a muoverti, smembrato dal piacere proveniente da direzioni opposte. Ti aggrappi a me e aumenti il ritmo, entri ed esci e a ogni colpo ti sento tremare, sovrastato da sensazioni che ti invidio. Velocemente anche il mio orgasmo ci raggiunge e, quando lo libero, ti concedi di lasciare che il fallo di gomma ti consumi mentre mi finisci colpendo e fendendo la carne con un uccello talmente duro e infiammato che quasi mi fai male.
Veniamo assieme e gridiamo, gettando all’aria le ultime forze.
Cadiamo a terra esausti, col fiato corto, abbracciandoci.
Madame Elizabeth del blog lestanzedimadame.com