Tocca a chiunque abbia una vagina, prima o poi. E non c’è un’età giusta. In Italia, secondo Humanitas Salute, la maggior parte delle ragazze vi si reca intorno ai 13-14 anni per problemi legati al ciclo mestruale o alle infezioni vaginali: amenorrea, ipermenorrea, candida o, in generale, perdite biancastre e maleodoranti. Nel 20% dei casi si va, invece, subito dopo la perdita della verginità, momento che spesso e a torto coincide con la scoperta di averla, una vagina.
L’American College of Obstetricians and Gynecologists raccomanda alle ragazze di avere il loro primo appuntamento da un ginecologo tra i 13 e i 15 anni e di ripetere poi la visita una volta l’anno. Vediamola così: siccome non è ancora stata introdotta in modo sistematico l’educazione sessuale nelle scuole, il ginecologo è ad oggi l’unica vera fonte attendibile per sapere tutto quello che serve sul sesso. Le amiche non valgono.
Mestruazioni, sesso e prevenzione
Il primissimo passo è un questionario per sapere se hai un ciclo regolare, se sei sessualmente attiva e che tipo di metodo contraccettivo usi. Siccome tutte noi sappiamo che il salto della quaglia (coito interrotto) non vale e che probabilmente saremo guardate malissimo e ci verrà propinato tutto un pippone su quanto siamo incoscienti, a volte, a questo punto, capita di mentire dicendo che sì “usiamo il preservativo sempre e comunque”. Non vergogniamoci di ammettere, invece, che il preservativo non ci è piaciuto e spieghiamo perché: la prima volta si è rotto e siamo rimaste traumatizzate? Fa attrito con le pareti vaginali? Lui non ha voglia e fa pressioni per non indossarlo? Ci sono alternative migliori? Se il ginecologo è bravo e sa fare bene il suo lavoro, non ti giudicherà e ti consiglierà, invece, la soluzione più giusta per te sulla base delle tue indicazioni. Anello, cerotto, preservativo femminile, pillola sottocutanea? C’è tutto un mondo.
Esame pelvico: le tre fasi
Questa è la parte che fa più paura in assoluto, cioè quando il ginecologo, specie se maschio, ci chiede di toglierci le mutandine e di accomodarci sul lettino. Abbiamo visto, nei film o nella nostra mente, questo esimio sconosciuto infilare aggeggi metallici infernali nelle pudenda ed infilare la testa tra le gambe penosamente divaricate come risucchiato da un buco nero. La sola idea ci ha fatte contrarre tutte, avvertendo quell’intromissione come qualcosa di imbarazzante, molesto, insostenibile. Niente di tutto questo. Chiamasi “esame pelvico” e se smetti di pensare alla tua vagina come a qualcosa di intimo, protetto e delicato e la vedi, invece, come fosse un ginocchio, il cuore o la schiena, ti passa la paura.
La prima fase
La visita standard, quella del famigerato speculum o divaricatore, si compone di tre parti. La prima è l’esame genitale esterno per guardare la tua vulva, cioè la parte della vagina che si vede da fuori (labbra, clitoride, fessura). Da questa, ahinoi, non si capisce un bel niente, serve più a te, approfittane per chiedergli com’è fatta, dov’è il clitoride, eccetera.
La seconda fase
La seconda è l’esame vaginale e cervicale vero e proprispazzolina o, cioè quando il ginecologo ti fa sedere con il bacino tutto sul bordo del lettino e appoggiare le gambe su due stampelle poste ai lati per poi inserire lo speculum – una grande pinza metallica dai bordi arrotondati – che serve ad allargare l’entrata della vagina e sbirciare dentro. A questo punto, ma non sempre, il dottore inserisce un tampone o una spazzolina per rilevare ed esaminare tracce di muco cervicale, secrezioni vaginali o piccoli campioni di cellule (pap test).
La terza fase
La terza è l’esame bimanuale per studiare i tuoi organi riproduttivi. Con una mano sul basso ventre, il ginecologo inserisce due dita guantate e lubrificate nella vagina per assicurarsi che il tuo utero e le ovaie siano sani. L’ecografia è un esame molto più approfondito per cui, in molti casi, serve la prenotazione perché non sempre i ginecologi dispongono della macchina nello studio. Di rado viene svolta alla prima visita.
I metodi contraccettivi
Non tutte le visite passano per lo speculum. Se il motivo della tua consiste nel capire quale sia il metodo anticoncezionale più giusto per te, aspettati solo un sacco di domande sulle tue abitudini sessuali ma anche comportamentali. La pillola, ad esempio, richiede moltissima precisione, non è indicata quindi se sei un po’ sregolata o poco metodica. La spirale non va bene se non hai già avuto figli, altrimenti potresti avere qualche dolore o sanguinamento. L’anello? Il cerotto? Ok, ma solo se non fai sesso occasionale. In quest’ultimo caso, dillo, nessuno penserà di te che sei una poco di buono. E se così fosse, cambia dottore senza pietà.
La storia familiare
Prima di andare, preparati sulla storia medica delle donne della tua famiglia. Tranne l’HPV o Papilloma Virus, che non è ereditario, molte patologie, non ultimo il tumore al seno, ma anche i disturbi legati al ciclo e alla circolazione, l’anemia, il diabete, la trombosi, possono essere genetiche e trasmesse quindi di madre in figlia. Informati in modo da rispondere alle domande del ginecologo in maniera precisa e dargli modo di compilare una cartella clinica accurata. Come ogni medico di fiducia, è importante che si instauri un rapporto trasparente e aperto, in caso contrario, cambialo. Nessuno ci ordina di andare da qualcuno che non ci piace, neanche il medico 😉