Era uno di quei giorni importanti. Finalmente avrei avuto l’occasione di parlare con Marco: l’uomo che mi faceva perdere la testa, tutte le volte che lo vedevo passare. Era bello, con una camminata stupenda e un po’ schivo, non dava confidenza a nessuno… e questo lo rendeva ancora più attraente. Faceva l’avvocato e sfoggiava outfit così eleganti e raffinati che sembrava un modello di GQ. Un giorno mise un annuncio nella palestra dove andavo anch’io: cercava un’assistente amministrativa. Ovviamente mi fiondai per candidarmi.
Venne quel giorno e giunsi sul posto. Mi tremavano un po’ le gambe per l’imbarazzo.
“Si accomodi!” mi disse la sua segretaria, quando arrivò il mio turno.
Una volta nella stanza di lui mi fece accomodare e io mi sedetti sulla sedia, accavallando le gambe per nasconderne il tremolio.
“Buongiorno, signora… ?” mi chiese.
“Marta!” risposi.
“Benvenuta Marta, ho esaminato attentamente il suo cv e le sue referenze sono più che buone, ma io sarò franco con lei, io e i miei due fratelli utilizziamo un unico criterio per la scelta della candidata: quello della disponibilità. Lei com’è messa a disponibilità?”.
Lo ascoltai cercando di capire dove volesse andare a parare: “Che genere di disponibilità?” gli chiesi.
Era uno di quei momenti molto chiari, a dire il vero, il modo ammiccante con cui mi aveva fatto la domanda non lasciava spazio a dubbi, ma volli chiedere lo stesso, per sincerarmi di aver compreso bene.
“Vorremmo una ragazza disposta a fare di tutto per noi, tutto quello che chiediamo. M’intende?” mi disse con quegli occhi verdi che mi facevano arrossire per quanto fossero belli.
“Sì” ebbi la forza di dire.
“Vede, cara Marta, io e i miei fratelli siamo molto esigenti sul lavoro, non ci accontentiamo. Forse pretendiamo troppo, ma non siamo disposti a rinunciare…Come si dice, vorremmo “anima e corpo”. Sarebbe disposta?”
“Sì”, risposi senza ragionare.
“Sì?” replicò.
“Sì” ribattei.
“Bene! Allora possiamo passare alla seconda fase del colloquio. Ho bisogno di ispezionarla, permette?“.
“Permetto!” dissi; in fondo non aspettavo altro.
Si alzò e mi fece cenno di alzarmi anch’io. Si avvicinò alle mie spalle e iniziò ad accarezzarmi la pelle, il collo e la schiena e poi mi sussurrò “Se è d’accordo iniziamo subito!“.
“Sì” risposi.
Iniziò a spogliarmi e mi ritrovai nuda davanti a lui. Mi bendò. Mi fece poggiare alla sua scrivania dandogli le spalle e mi allargò le gambe. Sentivo un brivido percorrermi lungo tutto il corpo. Non avevo idea di cosa sarebbe successo da lì a pochissimo, ma lo desideravo con tutta me stessa! Iniziò a sfiorarmi la mia parte intima e poco dopo sentii entrare altre persone nella stanza. Capii che si trattava degli altri due fratelli.
Mi mise a pecorina su una poltrona che era di fianco alla sua scrivania, in un angolo della stanza, e mi disse che non avrei dovuto ansimare perché altrimenti la segretaria, o eventuali clienti avrebbero sentito tutto. Dovevo stare in silenzio e respirare piano mentre mi leccavano a turno, là dove mi sentivo più bagnata. Mentre godevo come mai nella mia vita, mi sentii sfiorare con le dita. Piano, su e giù, per la parte più umida di me. Lento e costante, fino a farmi morire. Poi mi sentii penetrare da un vibratore e mi bagnai il doppio per la velocità della vibrazione. Dopo lo sentii estrarre per provare il piacere della carne: erano loro che, ad uno ad uno, mi possedevano. Fui felice al pensiero che uno dei tre era certamente Marco.
D’un tratto qualcuno, non so chi, iniziò a schiaffeggiarmi le natiche, con la giusta dose di forza e dolcezza, e mi bagnavo e ansimavo senza riuscire più a controllarmi. Un minuto dopo mi ritrovai seduta su uno di loro. Mi penetrava e mi sussurrava di tacere. Era Marco, lo vidi da sotto la benda. Era tutto quello che volevo. Poco dopo un altro mi prese da dietro e il terzo mi infilò il suo membro in bocca. Ero lì, impotente, e con tutti i sensi annebbiati da un piacere che non controllavo e che mi faceva diventare matta. Più succedeva e più ne volevo, avrei continuato così per ore! Qualcuno mi accarezzò i capelli, durante la penetrazione multipla, e mi sentii apprezzata e voluta. Questo mi faceva diventare ancora più vogliosa, ma non potevo urlare. Intanto, di là, avevano suonato il campanello, sentivamo parlare la segretaria con i clienti che erano arrivati e l’idea che a pochi metri da loro io stessi godendo come mai nella mia vita mi fece venire. Ero sulla luna.
Il mio sogno si realizzava e si moltiplicava per tre e mentre li sentivo venire, ad uno ad uno sulla mia pelle, impazzivo!
Avevo trovato lavoro ed anche uno spazio dove godere, senza temere di subire giudizi.