Le mie scorribande spesso, e volentieri, oltrepassano i confini italici per assaporare perversioni straniere in quell’erotico limbo costituito dal viaggio in solitaria, dove una tiratrice scelta sessuale del mio calibro può sollazzarsi in conquiste esotiche con sconosciuti in luoghi remoti. Questo mese ho fatto ritorno nella mia città d’elezione, o meglio d’erezione: New York City, la città che non dorme mai perché troppo impegnata a scopare. Dal tramonto all’alba e dall’alba al tramonto si è rapiti da un susseguirsi onnivoro d’incontri/scontri di corpi, culture, razze, religioni eterogenee e affascinanti, la mecca assoluta e dissoluta di qualsiasi peccatore con tanto di pedigree. Inoltre la città dalle mille luci non soffre d’ipocrisia sessuale, anzi la Grande Mela s’offre a chi la visita come una variopinta ed eccitante FuckLand, dove cogliere qualsiasi frutto proibito e concedersi ogni vizio.
Persino più trasgressiva e libertina è Fire Island, l’isola di fuoco, rinomata destinazione balneare della gaia comunità newyorchese, pullulante di gay, lesbiche, trans e drag-queen. Il terreno perfetto per la sottoscritta che rifiuta qualsiasi categoria prestabilita, essendo stata definita anni fa proprio a New York da una gaia amicizia “un uomo gay intrappolato nel corpo di una donna.”
Non potevo quindi non accettare di slancio l’invito di una coppia di amici che a Fire Island possiedono un’adorabile casina di legno sulla spiaggia. L’isola sin dagli anni Cinquanta è culla dei liberi costumi e rifugio sicuro per la comunità gay, un luogo devoto alla disinibizione e alla libertà di essere se stessi. Fire Island è anche un luogo di decadenza sessuale con sex-party continui, un albergo per soli uomini e una foresta riservata al sesso di gruppo, ahimè ancora per soli uomini.
I miei “host” sono Dominick & Michael, coppia di uomini molto sexy e macho, conosciuti ormai dieci anni fa nelle balere più gaie di Manhattan. Dopo la giornata trascorsa nudi sull’immensa spiaggia solcata dai cavalloni dell’Oceano Atlantico, mi preparo per cenare nella loro bellissima casa sul mare, illuminati solo dai lumini delle candele e viziati dalla cucina di Dom. Oltre al palato, i miei padroni di casa mi deliziano l’intelletto con i loro folli racconti di scambi di partner e ammucchiate selvagge nella natura. Inizio a fantasticare di corpi sconosciuti che nel buio della notte si cercano spasmodici e arrapati di seme.
La mia mente, e il mio sesso, incominciano a surriscaldarsi. Mi bagno solo con la fantasia immaginando le loro dissolute orge. Michael & Dominick adorano condividere casa, racconti e libertà. Trasportati dagli eccessi, apriamo un’altra bottiglia di vino. L’oscurità si fa più penetrante e le menti più rilassate. Io sento crescere l’eccitazione. Loro la percepiscono. Si spogliano e si buttano in piscina. I loro corpi nudi e scolpiti funzionano da potente afrodisiaco per la mia mente perversa. Li vedo baciarsi appassionatamente. Toccarsi. Intravedo nell’acqua la loro erezione. So che dovrei lasciarli soli ma il desiderio m’impedisce di muovermi. Loro lo sanno, mi guardano e m’impongono: “Rimani.” Oh sì, boys, fatelo davanti a me. Affondata nella sdraio mi preparo a gustarmi il mio personale porno gay. Divarico le gambe e abbasso le dita sul clitoride. Con l’altra mano afferro il seno e mi strizzo il capezzolo, già turgido. Sento colare liquido tra le cosce. Il mio sesso è marino e caldo. Michael esce dalla piscina, entra in casa e ritorna con il dildo nero The Boss Stub.
The Boss Stub
Realistico, possente, flessibile, liscissimo, vigoroso. Fun Factory The Boss Stub è il dildo realistico con ventosa più amato di sempre. Mettiti in posizione - la prima di mille - e lascia correre la fantasia. Neanche immagini di cosa è capace.
Scopri di più!“Usalo. Vogliamo guardarti anche noi.” Lo prendo avida tra le mani come farei con un cazzo in carne e ossa. Lo spettacolo in acqua si fa sempre più spinto; a bordo piscina Michael spompina Dominick che reclina in estasi il capo. Io m’infilo quasi tutto il dildo nero – è enorme – nella figa e lo muovo frenetica dentro e fuori ritmando il movimento della bocca di Michael sull’asta di Dom. Si avvicinano a me grondanti piacere e si sistemano su un’altra sdraio. Dom fa chinare Michael a novanta. Lo sonda prima con la bocca e la lingua, praticandogli un profondo anilingus. Amo l’anale e vedere la loro naturalezza mi eccita ancora di più. Alla lingua Dom fa seguire le dita e poi lo divarica bene per infilargli il cazzo e montarlo. Più li vedo pomparsi di sesso, più affondo il membro di silicone. Stiamo gemendo tutti e tre insieme, rapiti da questa marea erotica e sessuale. I versi si fanno sempre più intensi, sento il loro climax sopraggiungere mentre Michael si mena l’uccello. Esplodono entrambi davanti ai miei occhi e ai miei sensi aperti e rivelati.
Pervasa dall’odore del sesso ancora aleggiante nell’aria di questa torrida serata sull’isola di fuoco, piacevolmente sconvolta attendo il mio orgasmo e lo procaccio. Dom, sedato ma voglioso, si avvicina a me con il pene grondante, mi ordina di mettermi a quattro zampe, mi allarga bagnandomi con la saliva e mi sodomizza con il dildo. Io famelica mi masturbo con le dita tutte. Ho un orgasmo esplosivo e mi lascio sopraffare esanime dal piacere.
E questo è solo il primo dei racconti erotici che la Grande Mela mi ha ispirato e che mi sono ricercata nelle sue strade rumorose odorose e fragorose. Alla prossima!