Era la prima, lunghissima estate del mio primo anno di università. Un’estate calda e torrida. Ero costretto a stare in casa per riuscire a dare gli esami nelle date previste, ma la voglia era tanta. I miei genitori erano fuori per lavoro durante tutto il giorno e non avevo né fratelli, né sorelle. Già da qualche anno avevo scoperto la mia passione per i maschi e già avevo avuto alcune esperienze. Di solito preferivo quelli tosti e prepotenti, l’opposto di me che ero esile, biondino con gli occhi chiari.
Nell’appartamento di fianco a quello in cui abitavo, l’unico altro nel pianerottolo, erano in corso lavori di completa ristrutturazione. Avevo notato che i muratori erano quattro ragazzi dai venti ai trent’anni, e parlavano fra loro rumeno. Solo dopo avrei scoperto che si chiamavano Lukas, Ivan, Misa e Andrej. Erano davvero bei ragazzi, e soprattutto molto maschili.
Quella mattina avevo una voglia pazzesca, già da qualche giorno avevamo preso l’abitudine di salutarci, ma avevo in mente un piano. Già con i miei capelli lunghi biondi e il fisico glabro mi prendevano per femminuccia, ma quel giorno indossai un perizoma e un vestito corto di mamma. Lasciai la porta aperta e, all’ora di pranzo, affacciandomi sul ballatoio chiesi se volessero un bicchiere d’acqua. Dapprima Lukas mi sorrise interdetto e, non sapendo cosa rispondere, guardò Andrej, che doveva essere il caposquadra. Lui annuì e si avviarono verso la mia porta, seguiti poi dagli altri due.
Io fremevo dall’eccitazione mentre mostravo il culetto sodo e liscio. Entrati in salotto, li feci accomodare sul divano, dopo essermi accertato telefonicamente che i miei, per un imprecisato motivo, non sarebbero rientrati prima. A quel punto era chiara la mia intenzione e Andrej, per rompere il ghiaccio, chiese se poteva darsi una rinfrescata. Lo accompagnai in bagno, si abbassò i pantaloni davanti a me, rivelando un cazzo rigido di circa 20 cm che iniziai subito a succhiare in ginocchio.
“Andiamo di là, troia, così ti fottono anche gli altri“.
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Scopri di più!E così in ginocchio iniziai a leccare i piselloni a tutti e quattro. Nella stanza c’era un forte odore aspro di maschio e di sudore che mi inebriava. Misa mi mise la mano sulle chiappe, infilandomi due dita nel culo mentre succhiavo il cazzo a Lucas e Ivan me lo sbatteva in faccia. Andrej, intanto, mi colpiva la schiena con gli scarponi, per sancire la mia sottomissione. Mi fecero mettere a pecora sullo schienale del divano, trivellandomi forte a turno ed insultandomi in ogni modo: hai un proprio un culo da troia, fatti sfondare, frocio vorace, e tra loro ridevano. Io ubbidiente mi godevo il momento.
Alla fine il primo a venire fu Lucas che non seppe resistere e mi riempì il culo, poi Misa mi tenne la testa ferma per farmi ingoiare, lo stesso fece Andrej, mentre Ivan mi inondò la faccia. Da allora trovammo un giusto equilibrio per passare l’estate: loro si sfogavano, io riuscivo a rilassarmi dallo studio…
Giulio Venere