M’immagino chimera, creatura zoomorfa mitica e leggendaria. Nella testa c’è la leonessa: forte e coraggiosa, indipendente dal suo uomo che l’ha appena abbandonata. Io comunque vivo di false speranze e lo scontro con la realtà è inevitabilmente pesante, il suo rifiuto taglia come una lama di coltello.
Il corpo invece è caprino, terreno, arcaico e sensuale. Lui, l’uomo, è il mio Perseo: con il suo cavallo Pegaso è un guerriero che sfida il male, che condanna temerario ogni trasgressione. Forte di questa fede dice: “Non posso amare quel che va contro i miei principi ed il mio cavallo bianco è lo spirito che aiuta il mio cammino.” Io, allora, cerco un modo per addomesticare l’animale. Parlo al suo cavallo bianco pregandolo di allontanarsi per qualche ora per concedere a Perseo di essere uomo con tutte le sue bassezze terrene. Io lo voglio, ne ho bisogno. Perseo non è indifferente al mio corpo, lo sento, arde di desiderio ma è legato dal sacro voto. Ancora, in lacrime, mi rivolgo a Pegaso: “Lasciami illudere, vivrò di quegli istanti”. Allora Il cavallo alato mi concede il cuore ed il corpo del guerriero, Perseo consegna le armi e lo scudo.
È chiaro nel dirmi: “Consumerò con te questo fuoco fatuo ed effimero, ma si spegnerà appena solleverò il mio corpo dal tuo, appena le mie mani avranno smesso di accarezzare la tua morbida pelle, di toccare il tuo viso”. Esplode e dirompe la passione degli amanti. “Ora sei mia, in tutto il tuo splendore, il tuo corpo è così eccitato che come una calamita attrae il mio. I tuoi seni formosi provocano un desio di eccesso; turgidi i capezzoli che intravedo dalla veste sottile. Vorrei essere più dolce nei pensieri, ma la violenza di come vorrei possederti è forte. Il tuo ventre liscio lascia scivolare lo sguardo senza interruzione sul tuo sesso e impazzisco mentre arrivo con la mano a sfiorare la linea sotto le tue cosce. Ti sento tremare e gemere dal desiderio. La tua pelle ambrata pare velluto tra le mie mani, ti possiedo ed è serrata la presa dei nostri bacini, non mollo e spingo reggendomi sul tuo fondoschiena perfetto.”
Nell’udire queste parole, non ho ancora coscienza del nulla che verrà, perché l’emozione e l’istinto del momento si fondono al tal punto da ritenere giusto quell’atto e rinnegare ogni conseguenza. Follia esorcizzata, follia consapevole, follia effimera, follia squilibrata. Nelle mie gambe vi è coda di drago, puro caos. Ora mi dimeno e non trovo pace, divento assassina, gli abissi dell’oceano sono la mia casa, ogni volta che vi risalgo la mia coda sbatte violentemente contro la riva. Perseo, il tuo amore effimero mi ha portata alla tomba con quel veleno che poco a poco corrode la mia anima.