Sto con Fabio da 7 lunghi anni. Ci siamo conosciuti al liceo scientifico, eravamo nella stessa classe. Al tempo mi piaceva il suo volto pulito e la dolcezza, quest’ultima caratteristica è andata a scomparire quando si è accorto della sua bellezza ed è diventato il classico bastardo. Ci sono rimasta insieme perché ha sempre scopato da Dio, ho sempre goduto e raggiunto tanti orgasmi a differenza delle mie amiche.
Negli ultimi tempi Fabio era diventato più assente, mi diceva che la colpa era degli esami di Filosofia ma sapevo che era più interessato a “conoscere” le sue nuove colleghe universitarie che ad aprire i libri della facoltà.
A volte andavo a casa sua per qualche coccola inaspettata ma quella volta non c’era.
“Fabio dove sei?“- lo chiamai al telefono.
“Scusa sono in ateneo per… una lezione di semantica“- disse.
Di sottofondo sentivo una voce femminile ridacchiare.
“Fammi indovinare, più che semantica la lezione è sul tuo liquido seminale? Stronzo!“- attaccai velocemente e mi arrabbiai ancor di più quando mi resi conto che non mi avrebbe richiamato per scusarsi.
Stavo per andarmene via quando sua sorella scese le scale. Martina aveva 5 anni più di Fabio, si era appena laureata in Scienze Motorie e sognava di diventare una Personal Trainer. Effettivamente aveva sempre avuto un fisico da urlo che spesso ho invidiato durante le nostre gite al mare.
“Roby, vai già via? Ti ha fatto arrabbiare quello stronzo di mio fratello?“- mi disse mentre si aggiustava il top scollato.
“Lasciamo stare, sto pensando seriamente di lasciarlo”- dissi.
“Fai bene! Lui non ti merita, sei troppo bella e brava per stare con un tipo così.”
Era la prima volta che mi diceva una cosa del genere, quando stavo con suo fratello si teneva ben lontana e ci parlavamo poco.
“Ah… ok, grazie. Adesso vado via“- dissi nel pieno imbarazzo.
“Aspetta, ho preparato un dolce al cucchiaio buonissimo. Devi assaggiarlo!”- i miei piedi non si mossero di un millimetro, ero ipnotizzata da quelle gambe muscolose e toniche che facevano capolino dalla gonna leggera. Avevo sempre sentito un’attrazione platonica per le donne ma non avevo mai oltrepassato quel confine.
“No, guarda… non ho proprio voglia di mangiar…“- non terminai la frase che mi piazzò un cucchiaio di creme du leche in bocca con del caramello croccante. Dio, che voglia!
Aveva due occhi verdissimi che mi guardavano in maniera sfrontata. Mi sentivo debole in sua presenza, abbassai lo sguardo ma ritornai su quelle gambe perfette e abbronzate.
A un tratto si avvicinò e mi prese il volto tra le mani, stampandomi un dolce bacio a timbro. Poi un altro ancora. Non indietreggiai mai ma aprì la bocca, accettando quell’invito e trasformandolo in qualcosa di più peccaminoso.
Le nostre lingue si incontrarono e cominciarono a ballare insieme, in maniera sempre più spinta. Martina affondava la lingua in profondità e risaliva succhiandomela, mi faceva pensare al sesso orale con un clitoride e ciò mi fece bagnare istantaneamente.
“Vieni, saliamo nella mia stanza. Se vengono i miei o quel porco di mio fratello è un casino“- mi disse mentre mi sbottonava la camicetta.
La seguì con una decisione inaspettata. Volevo sperimentare la sua pelle, sentire il suo respiro caldo sul mio.
In camera da letto non si spogliò ma si avvicinò a me, denudandomi con sensualità e dolcezza. Per ogni indumento tolto si soffermava a baciarmi qualcosa: prima il collo, poi l’ombelico, poi le cosce, le natiche…
Volevo scoprirla anche io perciò le tolsi il top e le agguantai i seni sodi, succhiando i capezzoli fino a indurirli come degli spilli. Mi inginocchiai a terra e le tolsi rapidamente gonna e slip, sostando a leccare quella figa depilata tanto morbida e profumata di sesso.
Martina alzò una gamba sul letto per facilitarmi l’impresa e cominciò a spiegarmi come fare.
“Inumidisciti le labbra e bacia il clitoride in maniera delicata, non usare la lingua come un coltello ma come una carezza. Ti farò capire io quando aumentare l’intensità.“- mi disse mentre mi toccava la nuca.
Feci proprio come mi aveva detto, ritrovandomi in preda a un quantità di liquido vaginale che mai avrei creduto. Intanto la sua presa si faceva più decisa e mi spingeva in maniera sempre più violenta. La sua schiena si inarcò e i gemiti si interruppero in un lungo orgasmo.
“Sei stata brava ma io ti farò impazzire“- mi disse leccandosi le labbra.
Mi gettò sul letto e mi aprì le gambe con le sue. Si leccò le dita e mi penetrò con maestria, stimolandomi il clitoride con un vibratore clitorideo con l’altra mano. I movimenti si fecero sempre più frenetici e mi sembrava di impazzire fino a quando esplosi nell’orgasmo più potente della mia vita. Fabio era già lontano dai miei pensieri ma Martina era lì e non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.