Come ogni Natale, da buona studentessa fuori sede, torno a trovare i miei genitori. Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. Quest’anno però è diverso. Ho proprio voglia che le feste finiscano per tornare da te. Ci conosciamo da poco e siamo stati travolti dalla passione e dal desiderio di possederci. Con te il sesso è diverso dal solito: quando ci saltiamo addosso ti provoco col desiderio di possederti infilandoti le dita ovunque. Tu mi tieni per il collo, tappandomi la bocca come meglio puoi. Il nostro è tutto un gioco di possesso basato solo sull’accrescimento del desiderio.
Natale ormai è passato, domani ci vedremo per festeggiare assieme l’arrivo del nuovo anno. In attesa della partenza faccio un giro per salutare le mie nonne.
Sto finendo di bere il caffè con una di loro e vengo distratta dalla vibrazione di una notifica sul telefono. Apro il messaggio: una tua foto, sei completamente nudo, il pene diritto. Sono imbarazzata, spero non l’abbia vista mia zia, che è seduta di fianco a me.
“Splash!”, ti scrivo, cercando di nascondere lo schermo come posso.
“Bagnata?”, rispondi.
“Sì… Sono da mia nonna però”.
“Non puoi andare in bagno e toccarti?”.
“No, adesso sto per salutarla”.
“Dai, torna a casa che voglio vederti tutta eccitata”.
Esco da casa della nonna senza risponderti. Un attimo di tregua tra la casa di una nonna e l’altra. Mentre sono in macchina con mia madre posso scriverti un po’ più liberamente. Per fortuna lei è molto concentrata alla guida.
“Riesci a resistere fino a quando torno a casa?”, ti scrivo.
“Non lo so, ho voglia di toccarti”.
“Domani mi tocchi”.
“Ho voglia di guardarti mentre ti tocchi”.
Non rispondo per qualche secondo.
“Voglio vederti tutta bagnata”, insisti.
“Ti giuro che faccio più in fretta che posso”.
“Cerco di trattenermi”.
Intanto la mia fica è bagnata e pulsa di desiderio. Immagino le tue mani grandi sul mio corpo, quando le premi forte sulla mia pelle. Ricordo di quando mi hai messa cavalcioni sul letto per sculacciarmi. Stavo lì, ferma, in attesa di ogni colpo. E ad ogni schioccare della tua mano sul mio culo non riuscivo a trattenere un gemito di desiderio. Finché non mi hai ficcato un dito nella fica. “Sei fradicia”, hai sussurrato estraendo il dito e osservandolo. E poi hai continuato ad alternare sculacciate a penetrazioni.
“Ti giuro che faccio presto”, scrivo spinta dal desiderio di guardati mentre te lo meni davanti al computer.
Arrivo in casa della nonna determinata a non starci più di cinque minuti. Ricordo con insistenza a mia madre che ha un appuntamento tra dieci minuti. Quindi saluto i miei nonni in pochi attimi.
Leggo il tuo ultimo messaggio: “Per farti perdonare di quest’attesa dovresti inviarmi una foto della tua fichetta”.
Invento una pipì improvvisa. Corro in bagno, abbasso i pantaloni, scatto e invio.
“Come sei bagnata!”, mi scrivi.
“Ce la fai ad espettarmi ancora per cinque minuti?”.
“Sì, ma ho il cazzo che scoppia”.
Anch’io sento la fica che pulsa. Sento il desiderio irrefrenabile di toccarmi, penetrarmi, di ascoltare i tuoi gemiti, il tuo piacere che cola nelle mie cuffiette.
Nel tragitto fino a casa il telefono tace. Arrivata, mi fiondo in ascensore e appena entrata in casa, mi chiudo in camera con la scusa di prepararmi per uscire.
Mi connetto, sei lì che mi aspetti. Non infilo neanche gli auricolari per sentirti. Appena mi vedi cominci a fare su e giù stringendo il tuo cazzo con la mano. Nudo, steso a letto, ti guardo per un istante e sento che non potrò più fermarmi fino al mio orgasmo. Sfilo solo pantaloni e mutandine assieme, accendo il mio vibratore e comincio a toccarmi. Sento subito l’eccitazione, altissima, pulsarmi tra le gambe. Infilo le cuffiette. Mi stai dicendo di penetrarmi con gli occhi fissi sulla mia immagine.
Con le gambe aperte davanti al computer, infilo il vibratore più in fondo che posso. Hai un sussulto.
“Fammi vedere bene”, sussurri tra i respiri pesanti.
Sono incontenibile. Tutto il desiderio acceso dai tuoi messaggi sta esplodendo adesso. Sento che ci metterò un attimo a venire. Mi tappo la bocca più forte che posso cercando di non far uscire nemmeno un mezzo respiro dalla mia stanza. Il mio bacino si muove su e giù, desideroso di ogni tuo colpo. Ti ecciti nel vedermi così: mezza nuda, travolta da un piacere irrefrenabile, con la mano sulla bocca mentre mi masturbo più forte che posso.
“Sto venendo”, ansimi, preso completamente dal piacere.
Non riesco neanche a parlare, faccio solo sì con la testa. Vedo il tuo liquido bianco schizzare nell’aria e ritornare sulla tua pelle ambrata. Nello stesso istante mi lascio andare e vengo anch’io, percorsa da mille brividi di piacere. Ci abbandoniamo, ognuno sul suo letto. Dopo un po’ sento soltanto: “Ma quanto forte sei venuta?”.
Rido nella confusione del mio orgasmo.
“Domani sera me la paghi per tutto l’imbarazzo che mi hai creato oggi con le nonne, furbetto!”.
“Ma che ne sanno loro di quello che ti scrivo!”.
Ridiamo, complici e divertiti.
Chiudiamo, mi cambio di corsa ed esco per ingannare il tempo fino a domani.
Blu Virginia