‘’Se avrò fortuna un giorno dipingerò i tuoi occhi‘’ disse ‘’non dobbiamo continuare a cercare, il futuro dell’arte è in una donna‘’.
Lui è quell’artista pazzo, quel folle italiano in cerca dell’amore. Vaga fra gli occhi della gente senz’anima e da ognuno cerca di rubare un sorriso, un abbraccio, una parola, per renderlo immortale attraverso un suo dipinto, ma questi ancora nasconde lo sguardo. È Modigliani, Modì. La mia tela rimane bianca, ansiosa di essere sporcata dai pennelli carichi di colore; Modigliani, al contrario, macchia d’immenso la mia anima e si specchia nel mio mondo, mentre io siedo momentaneamente nel suo giardino di sabbia con alcune pietre, qualche conchiglia ed in mano un rastrello che non uso. Non è il mio giardino, non oso muovermi in esso calpestando quella sabbia. Resto immobile, lì dove lui mi ha messa, non sopporterei di fare ombra sulle sue pietre fisse.
Sono Jeanne, seguo il mio maestro nel suo atelier. Le sue regole non sono le mie, ma lo rincorro comunque. Poso per lui, è l’unico modo per farmi guardare, per farmi spogliare con gli occhi, per far desiderare il mio corpo. Si avvicina e scosta i miei capelli, li adagia sulle spalle e alza il mio mento; Modigliani adora dipingere il collo e il corpo nudo delle donne, coglie tutti gli odori e le sfumature del mio.
Ritorna sulla sua tela, ma prima mi fissa, scruta i miei pensieri, cattura il mio soffio vitale, il mio alito. Eccolo dipingere la mia anima. Il pennello è come se passasse sulla mia pelle; percorre le mie braccia con una calda tinta color rosa, un brivido percorre l’ immaginazione e le emozioni non hanno parole. Lui dipinge il mio mondo lasciandomi sdraiata sopra un canapè logoro, al di sotto, un drappo rosso e null’altro sul corpo. Mi dice: “Non voglio cuscini sulla tua pelle, non voglio divisioni tra me e te, non voglio nulla che ostacoli il mio pennello sul tuo splendido corpo”. Parla poco il mio Modi, ma il silenzio a volte racconta molto; Amedeo ha quasi la mia anima adesso. Il suo pennello scivola sul mio collo e mille tinte mescola su di esso, tocca i miei seni e le setole sono il tatto delle sue mani. Scende sul ventre, la punta del pennello tondo gira intorno al mio ombelico fino a stendere il colore con l’olio sui miei fianchi. La sfumatura compone la forma tra chiaro e scuro, tra luce e ombra. Scende delicatamente sul monte di Venere o, come lo chiama lui, ‘’il triangolo perfetto‘’. L’orgasmo per Modigliani è terminare un dipinto. Quasi mi addormento abbandonata a quel suo piacere, lascio ancora che il suo pennello intriso si sciolga sulle mie cosce, che delinei la mia pronunciata rotula del ginocchio e la renda più tonda. Abbozza le gambe e definisce perfettamente la mia caviglia sottile. Adoro quando accarezza e lecca col pennello la pianta dei piedi e tra i diti sale il formicolio che porta all’estasi. Innamorarsi di un’artista… solo lui può comprendere e completare i colori della tua anima!
Finisce la tela decorata dalle mie emozioni ed io proferisco parola: “Ti prego Modì, non lasciare che questo mio sentimento si perda nella notte dei tempi senza esser consumato; non farlo morire, è così puro, vero e merita di essere vissuto, non può rimanere insignificante sulla terra. Brucia in questo mio fuoco e ritorna ad amare le tue donne. Vivimi prima che io muoia e con me i miei occhi”.