Fateci caso: avete mai sentito di un ragazzo bisessuale? Non gay o fluido eh, dichiaratamente bisex? Noi no, a riconoscerlo, ammetterlo, parlarne sono state solo le donne. Questo perché esistono dei falsi miti come: 1. La bisessualità è solo una fase; 2. Gli uomini bi devono scegliere se essere gay o etero; 3. Gli uomini bisessuali sono sessualmente confusi; 4. Si tratta di uomini sposati o impegnati con donne che, di tanto in tanto, hanno voglia di qualcosa di diverso. Sono, insomma, uomini etero che vanno a letto con altri uomini (SMSM).
Altri motivi per cui si pensa che non esista un uomo bisessuale sono:
- Chi fa quest’ipotesi si basa sulle proprie esperienze. O è un omosessuale che non è mai stato attratto da donne o un etero che non è mai stato attratto da uomini.
- In alcune comunità, lo stigma intorno ai gay è maggiore rispetto allo stigma intorno alle lesbiche. Definirsi “bisex” sarebbe quindi un compromesso socialmente più accettabile che non dire apertamente “sono gay”.
- Esiste una sessualizzazione culturale delle donne bisessuali solitamente non estesa agli uomini.
Bisessuali: il pregiudizio è uomo
In Italia non esistono studi né statistiche sui bisex al di fuori di un’indagine Istat del 2012 secondo cui sarebbero 2 milioni gli individui attratti anche da persone dello stesso sesso. La punta dell’iceberg, secondo l’Osservatorio Nazionale Identità di Genere. Secondo uno studio del National Health Interview Survey (NHIS), i “bisessuali” costituiscono il singolo gruppo più numeroso all’interno della comunità non-etero, sebbene, secondo la giornalista Samantha Allen di Fusion’s Sex, gli uomini bisessuali siano stati ritratti dalla stessa comunità LGBTQ come criptogay o persone sessualmente confuse. Sarebbero vittima ancor più delle donne, di pregiudizi e forti discriminazioni anche in seno alla stessa comunità da cui dovrebbero sentirsi maggiormente accettati.
I bisessuali sono gay?
Nel 2005 il New York Times aveva pubblicato un articolo dal titolo Etero, gay o bugiardo? La bisessualità rivisitata, che riportava uno studio che metteva in dubbio la bisessualità maschile. Soltanto tempo dopo il Times lo smentì rivelandone le metodologie errate, ovvero la misurazione dell’eccitazione genitale e il campione troppo piccolo di uomini presi in considerazione. Da quel test emerse che i ¾ del gruppo avevano schemi di eccitazione identici a quelli degli uomini gay ma che per il resto erano indistinguibili dagli eterosessuali. L’errore è il concetto stesso di misurazione. È davvero misurabile l’attrazione emotiva, romantica e fisica verso una persona? E se la bisessualità fosse anche solo un interesse o una fantasia poi mai veramente concretizzati?
La bisessualità è innata?
Come ha scritto Fabrizio Quattrini nel suo ultimo libro Piacere maschile, la bisessualità sarebbe una “manifestazione innata” che poi, durante lo sviluppo, si direziona verso un orientamento eterosessuale o omosessuale. Nasciamo tutti bisessuali e soltanto dopo, a causa dell’educazione, dei modelli di riferimento, delle esperienze, delle inclinazioni personali, sviluppiamo una propensione per questo, per quello o per tutti (vedi la pansessualità). Senza distinzione di genere, perché la bisessualità esiste per tutti.