Max Ulivieri (su instagram @maxulivieri) è un attivista per i diritti delle persone con disabilità, lavora nel campo del turismo accessibile alle persone diversamente abili ed è anche docente e formatore in corsi per tour operator, agenzie di viaggi e guide turistiche. È a lui che si deve l’introduzione in Italia della figura dell’assistente sessuale.
Qual è la tua condizione: disabilità, dolore o malattia cronica, condizione specifica?
Ho la C.M.T. 1°. Una malattia genetica ereditaria che nel mio caso è stata particolarmente aggressiva. Non cammino dall’età di 2 anni e il mio corpo è praticamente tutto storto. Non tutto, per fortuna.
Sei sessualmente attivo?
Direi iperattivo.
Dimmi 3 parole che descrivono la tua sessualità?
Curiosa. Ingegnosa. Focosa.
Ti consideri una persona desiderabile?
Non dovrei dirlo io. Fate un sondaggio e fatemi sapere. Sono stato desiderato e sono desiderato. Presumo di esserlo. Per alcune donne, per altre no. Come tutti noi.
Quale parte di te trovi più desiderabile?
In genere dicono la bocca, gli occhi e la voce. Ed io ci marcio sopra, ovviamente.
Flirti? Come seduci?
Ho flirtato, ora rischio l’osso del collo, da mia moglie. In realtà lei dice flirto sempre, mi viene naturale. Come seduco? Ascoltando.
Mandi nudes?
Ne ho mandati. L’ho sempre trovato intrigante se pur in molti casi le persone ne fanno usi impropri.
Che cosa è importante nella tua vita sessuale: altre persone, baciare, erezioni, lubrificazione, penetrazione, sentirsi sexy o coccolarsi. Scegli due fattori che attirano maggiormente la tua attenzione e dicci perché.
Baciare, infinitamente baciare.
Il sesso con gli altri ti mette ansia? Perché?
A me il sesso mette ansia solo quando non faccio sesso.
Quali pratiche trovi più piacevoli (penetrazione, sesso orale, masturbazione con partner, masturbazione in solitaria)?
Masturbazione con il partner. Mi piace l’idea di osservare il modo in cui ognuno di noi dona piacere al proprio corpo.
Sei stato assistito da qualcuno per sviluppare la tua sessualità? Dicci di più, se vuoi.
Ho vissuto esperienze in adolescenza con escort ma non direi mi hanno sviluppato la sessualità. La mia sessualità è esplosa con il riconoscimento del lato attrattivo del mio corpo. In questo mi ha aiutato una cara amica pittrice.
Con chi parli e come parli di sesso? La tua disabilità ha cambiato il modo in cui parli di sesso?
Parlo di sesso con tutti. Di solito ne parlo senza tabù. La mia disabilità non ha influenzato il modo in cui ne parlo ma il modo in cui ne parlo ha influenzato la mia visione della disabilità, rendendola non più una prigione ma una libertà.
Devi considerare elementi come dolore o riserve di energie nella tua sessualità?
Dolore no ma le energie decisamente sì. Dopo 6 ore di sesso continuo inizio a essere stanco.
Seriamente, le energie non sono al massimo ma basta utilizzarle al meglio.
Ti masturbi?
Come gioco di coppia può capitare. Meno da solo.
Usi sex toys?
Se piacciono alla mia compagna. Ne sono comunque molto curioso.
In che modo la tua anatomia determina il tuo piacere? La tua condizione ha cambiato il modo in cui vivi il sesso?
Che ne so, sono sempre stato così. Chiedetemelo nella prossima vita se rinasco un atleta dal fisico perfetto, oppure Sting. Per me il sesso è come sono riuscito a viverlo fino ad adesso. Suppongo che la “smorzacandela” non riuscirei a farla ma per fortuna non mi è mai stata richiesta.
Se sei insieme a un partner il tema “sesso e disabilità” è qualcosa di cui parlate, su cui vi confrontate?
Dipende. Ogni persona ha più o meno facilità nel parlare di sessualità. In genere spero sempre se ne parli il più possibile, pure se alcune fantasie non sono condivise. Mi piace sapere cosa e come prova piacere la mia partner perché mi eccita accontentarla. A parte la “smorzacandela”, si è capito.
In che modo è cambiata la tua sessualità nel tempo?
Si è fatta molto più cerebrale. Prima il mio corpo partiva senza neanche io ci pensassi, soprattutto se c’erano periodi di astinenza oppure qualcosa che mi eccitava particolarmente. Nel tempo mi eccito molto di più se c’è un intrigo mentale, una complicità. Se manca questo il mio corpo è più “freddo”.
Che tabù esistono sulla sessualità delle persone disabili?
Premesso che i tabù sulla sessualità sono un po’ per tutti, non solo verso chi ha una disabilità. La sessualità essendo vissuta principalmente dal corpo fa si che ogni corpo che si allontana dalla visione stereotipata di “normalità” poi si fa fatica a vederlo in un contesto sessuale. È solo una questione di abitudine. Si vedessero mediaticamente più spesso persone con disabilità che hanno relazioni, diverrebbe “normale” anche vedere la sessualità nella disabilità.
Esistono delle resistenze ad affrontare la sessualità da parte delle famiglie delle persone disabili?
Ogni famiglia ha dei brividi appena pensa ai propri figli o figlie nella sfera sessuale. Maggiormente verso chi ha una disabilità per via che le famiglie tendono a essere iperprotettive e/o danno altre priorità rispetto la sessualità.
Cosa ne pensi della figura dell’assistente sessuale e a che punto siamo in Italia?
In Italia ho portato io questa figura, quindi ne penso bene. Abbiamo realizzato già un corso di formazione per O.E.A.S. (operatori all’emotività, all’affettività e alla sessualità), definizione nata con il Comitato “LoveGiver” ONLUS di cui sono presidente perché ci sembrava più adatta a rappresentare ciò che gli operatori imparano nei nostri corsi. Purtroppo, manca ancora una legge che inquadri questa figura ma siamo speranzosi. Noi, legge o non legge, andiamo avanti.