L’eiaculazione femminile non è per niente frutto esclusivo dell’immaginario collettivo, sebbene un po’ di fantasia aiuti parecchio.
Numerose ricerche scientifiche certificano che lo squirting esiste, ne descrivono le dinamiche e gli organi coinvolti.
Dagli studi si evince inoltre che, in linea teorica, tutte le donne possono provare le intense sensazioni legate all’eiaculazione.
La scienza però viene spesso sconfessata dalla realtà contemporanea, in cui il tema eiaculazione femminile sembra essere ancora un tabù per molte donne, probabilmente proprio a causa della scarsità di informazioni che circolano in merito.
D’altra parte, l’argomento desta parecchia curiosità e la sete di conoscenza a riguardo è in rapida crescita, visto che le keyword legate allo squirt sono costantemente tra le Top Sex Search in Google. I dati degli ultimi anni, relativi ai trend di ricerca comunicati da colossi dell’intrattenimento porno online come YouPorn e PornHub, evidenziano inoltre come siano le utenti di sesso femminile a guardare con maggiore frequenza video tematici sulla female ejaculation.
L’eiaculazione femminile è conosciuta da sempre
Mentre oggi in molti si domandano se davvero lo squirting esista, la storia insegna che la fenomenologia dell’eiaculazione femminile era già meticolosamente descritta nelle pagine di uno dei più antichi manuali del sesso, il libro erotico Anaga Ranga, calligrafato in India ben sedici secoli prima di Cristo.
Più di un millennio dopo, Aristotele, uno dei padri del moderno pensiero filosofico occidentale, aveva trattato l’argomento descrivendolo con minuzia. Naturalmente questo particolare piacere era molto ricercato anche nella Roma Imperiale, a testimonianza di come molte società antiche avessero un lifestyle parecchio più attento allo studio (e alla pratica) delle virtù legate al sesso.
In alcune aree geografiche del Pianeta però lo squirt è conosciuto e apprezzato anche oggi.
In particolare, la tribù ugandese dei Batori segue addirittura un rito sacro collettivo, in cui le donne anziane insegnano alle più giovani le pratiche per raggiungere l’eiaculazione.
Nel moderno Giappone il fenomeno prende il nome di “shiofuki” e anche nel Sol Levante l’interesse che suscita è enorme, soprattutto grazie ad una cultura che da sempre ha vissuto e venerato la forte e affascinante intensità dell’intimità femminile.
Nel 1860 il ginecologo scozzese Alexander Skene individuò delle ghiandole situate sull’uretra, come le responsabili della fuoriuscita di liquido durante l’eiaculazione femminile.
Ovviamente le battezzò ghiandole di Skene e ancora oggi esse sono note col nome del loro scopritore.
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Scopri di più!Eiaculazione femminile: com’è composta e da dove viene
Le ghiandole di Skene sono sempre presenti nelle donne ma il loro grado di sviluppo varia, principalmente in relazione al livello di concentrazione di particolari ormoni. Questo spiega almeno in parte i motivi per i quali alcune donne hanno eiaculazioni piene e frequenti durante i loro rapporti sessuali, mentre in altre il fenomeno non si verifica mai o soltanto sporadicamente.
Un altro falso mito da sfatare riguarda la composizione del liquido bianco rilasciato durante l’eiaculazione.
In molti credono sia urina ma non è così, anche se alcune donne avvertono proprio lo stesso stimolo, qualche attimo prima di squirtare.
La sostanza eiaculata è una secrezione renale che passa rapidamente attraverso la vescica ma, essendo significativamente diluita, per composizione è molto più paragonabile all’acqua.
Come raggiungere l’orgasmo femminile con eiaculazione
Una volta conosciuti tutti i dettagli di un evento completamente normale e, fortunatamente, in grado di generare godimento, non resta che provarlo.
Per molte donne, lo squirt avviene e basta, talvolta in maniera completamente inattesa.
In questo caso, allo stupore della scoperta, si associa anche un meccanismo di piacere intenso che coinvolge anche il partner, soprattutto emotivamente.
Sicuramente, la naturale predisposizione è una variabile importante che spinge una donna fino all’eiaculazione, molto spesso contemporanea all’orgasmo. Esistono però tecniche che, praticate in solitaria o assieme a un partner con il quale si ha una particolare intesa sessuale, possono stimolare lo squirt e far sì che il fenomeno si ripeta anche più volte durante lo stesso rapporto.
Le migliori tecniche per raggiungere l’orgasmo femminile
La stimolazione delle aree clitoridee e delle parti interne della vagina sembra essere la chiave per arrivare all’eiaculazione.
L’evento non si verifica però soltanto mediante gesti meccanici ma è fondamentale il coinvolgimento mentale della donna che arriva a squirtare raggiungendo una sorta di estasi vera e propria, in un momento di abbandono e totale relax. Sia da sole che facendo sesso col proprio partner, possono essere molto utili (e decisamente piacevoli) alcuni sex toys che aiutino a stimolare, nelle posizioni più congeniali, la zona del clitoride, le parti interne alla vagina e, in particolare, la parte spugnosa dell’uretra e il Punto G, come i vibratori rabbit o i vibratori g-spot, ad esempio.
Questo Nirvana è accessibile solo se si verificano contemporaneamente tutte le condizioni fisiche e psicologiche. È fondamentale, inoltre, che la vagina sia ben lubrificata e, a tale scopo, un buon lubrificante può diventare il fluido magico che spalanca le porte del piacere.