Una giornata tra le onde

Siete mai state in barca insieme a tanti statuari surfisti incalliti e le loro fidanzate strafighe?

Ecco, questo è più o meno lo scenario di questo mio week end in barca sul lago di Como.

Io, Marino e amici surfisti con fisici scolpiti, nervi in evidenza e tartaruga in bella mostra. E vogliamo parlare delle fidanzate? Modelle in stile paparazzata estiva da copertina, abbronzate, sorridenti e selfieggianti a più non posso.

Prima regola: dare sfoggio di estrema disinvoltura e sicurezza. Tolgo canotta e pantaloncino e resto in costume, il tutto con dei gesti rapidi e decisi, poi lentamente mi stendo al sole, spalmo la crema e chiacchiere di rito col gruppo. Con le parole ci so fare, ho una infinità di aneddoti che spero possano risultare interessanti. I ragazzi ridono, Marino mi lancia sorrisi e sguardi di complicità quasi a dirmi:

“Guarda questa come si destreggia bene anche tra i surfisti”. Sorrido anch’io, mi alzo e lo bacio. 

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Facciamo un paio di bagni con i tuffi più disparati, nuotare e rilassarsi in pieno mare è qualcosa di terapeutico, come se l’acqua assorbisse tutta la negatività che ci si accumula addosso durante la settimana. Resto a mollo per almeno un quarto d’ora. Poi arriva il momento fatidico. I surfisti scendono in campo (che poi sarebbe il lago). Tavole alla mano sono già tra le onde, chi in libertà, chi trainato dalla barca. Ad un tratto, arriva un momento in cui si crea come una specie di silenzio. Nessun urlo, risata, parola. Mi volto e sono tutti lì a guardare me, Marino fa partire un coro che mi incita a provare. Le strafighe compagne dei surfisti avevano dato il meglio di loro sfoggiando costu-mini ad altezza mento.  Io invece ho deciso di lanciarmi tra le onde.

Metto l’imbracatura, salgo a fatica sulla tavola da surf e tutti sono già pronti a gustarsi la scena. Si va! Il vento inizia ad aumentare e la mia stabilità vacilla, ma sto su, e la cosa vi dirò inizia a piacermi, l’adrenalina sale vertiginosamente e lancio un urlo di esaltazione e piacere, io… Ce la posso fareeeeeeeeee! E fu così che nel giro di dieci secondi esatti sprofondai tra le acque con la classe di un uomo primitivo abbattuto da un dinosauro. Risate a crepapelle, lasciatemi morire tra le onde! Risalgo in barca e con l’ultimo sole, sulla scia dei surfisti, io e Marino ci scattiamo qualche foto rubata. Di quelle foto in cui le facce non vengono per intero ma si nota l’enorme affinità di due persone abbracciate che si stanno regalando il tempo. Poi mi distendo da sola, accanto alla tavola da surf, per appropriarmi dei pochi raggi rimasti. Marino alle mie spalle mi scatta una foto, che per forza di cose diviene emblema sexy della giornata.

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