Avere la SLA significa essere imprigionati, ingabbiati, soffocati da qualcosa e in qualcosa di troppo grande, troppo drammatico e triste. L’unica parte che non viene coinvolta è la mente. Essa, infatti, può essere capace di elevare ancor più i ragionamenti dato che deve trovare un modo per sopravvivere a tutto questo. Spesso è come se, mentre la tonicità del corpo subisce un’involuzione, la ragione diventasse più “evoluta”.
Nonostante questo miglioramento mentale, però, la ragione è anche molto abile a creare certi blocchi che impediscono di vivere appieno momenti belli, liberatori e catartici come può essere, per esempio, arrivare all’orgasmo. Questi blocchi hanno, inizialmente, una loro funzione ben precisa e servono a inibire emozioni e sentimenti che non siamo ancora pronti a vivere e ad elaborare; in psicologia vengono definiti “meccanismi di difesa”. Il problema sopraggiunge quando non si riesce a liberarsi da tali meccanismi che nel frattempo sono diventati obsoleti; io, ad esempio, ho impiegato anni a liberarmene e, nonostante questo, alcuni blocchi sono ancora molto presenti in me!
Come fare per scioglierli? Quale può essere il metodo migliore? Una verità assoluta non esiste perché ognuno deve trovare il modo che sente più suo. Oltre a una sorta di auto-analisi, l’aiuto da parte della mia psicologa e i consigli degli amici, io pratico la meditazione che, in me, ha provocato più consapevolezza riguardo alla percezione del mio corpo, dei miei pensieri e dei miei blocchi, modificandoli. Inoltre, eseguendola, si pone l’attenzione sulla respirazione che nella SLA risulta anch’essa deficitaria. Dalla meditazione quindi si può ricavare maggior coscienza di sé e del modo più corretto di respirare che, come sappiamo, riveste un ruolo molto importante al momento dell’orgasmo o nel viverlo con più intensità.
Se si vive una quotidianità complessa come quella di un malato di SLA, nulla può essere dato per scontato e anche l’orgasmo può divenire un’utopia. Ebbene, durante i momenti d’intimità è importante porre l’attenzione sul nostro respiro, senza cercare di modificarlo; proviamo, dunque, ad ascoltarlo, a sentirlo e a seguirlo facendoci travolgere da esso, senza pensare!
Questa tecnica mi è servita e serve ancora molto perché mi ha aiutato non solo sul piano sessuale ma anche ad elevare il livello di consapevolezza di me stessa. Questa, però, è solamente una delle tantissime tecniche, quindi se ne conoscete altre, sarebbe bello condividerle così da arricchirci e migliorarci la vita!
Scrivete, ho voglia di sperimentare!