Sessualità e nuovi media è una storia d’amore con parecchi alti e bassi. Gli ultimi 10 anni hanno visto un importante cambiamento sulla modalità di fruizione di informazioni riguardanti la sessualità: è la nuova rivoluzione sessuale? Molti cercano on line le risposte alle proprie domande, siano esse tecnico-sessuologiche, siano invece semplicemente… pornografiche. Ma di che tipo di fenomeno si tratta? Senza dubbio comprende te, lettore, che in questo momento leggi queste righe ma anche… il 95% dei quattordicenni. Il dato è estrapolato da una ricerca realizzata da Ilaria Bonato per il Dipartimento di Scienze dell’Educazione di Bologna intervistando sul tema della pornografia 600 ragazzi di III media inferiore e I superiore. Il questionario fa emergere che solo 3 ragazzi sul totale del campione, cioè lo 0,5% NON guardavano porno online. Attenzione: una ricerca condotta da Eurispes nel 2007 (1950 ragazzi fra i 15 e i 18 anni) rilevava che la pornografia su Internet era visitata dal 17,7% dei maschi e dal 14% di femmine. In pochi anni il ribaltone.
Altre cattive notizie…
Un sondaggio effettuato su un campione di 7.257 ragazzi fra i 18 e i 20 anni dell’ultimo anno di scuola superiore di Padova ci indica che l’80% scopre le informazioni sul sesso sul web. Parecchi. Non solo, il 58,2% ha già avuto rapporti sessuali completi; di questi il 48,3% ha avuto rapporti sessuali non protetti. Questi dati ci permettono di dire che probabilmente le informazioni così ottenute non sono ben corrette oppure non capite o anche non metabolizzate. Insomma, c’è qualcosa che non va sul cercare risposte direttamente dal web. Devo comunicarvi forse il dato più antipatico di questo sondaggio: il 12,3% degli intervistati ammette di non avere desiderio sessuale reale ma di essere appagato dal web. Nel 2004 si trattava del 1,3%. Il dato è esploso. Questi sono gli ipoattivi sessuali. La sorpresa riguarda l’età: se grazie al senso comune possiamo concepire che a una certa veneranda età il desiderio cali, ci sorprende una percentuale così elevata di giovani non interessati al sesso nella vita reale. Potrebbero somigliare al corrispondente italiano del fenomeno giapponese degli hikikomori che colpisce il 35% della popolazione nipponica: giovani ragazzi che si auto-sequestrano in casa perché da lì possono accedere alle risposte di ogni proprio bisogno. Non è necessario uscire per avere dei contatti, ma è tutto dentro la propria stanza, dentro il proprio pc.
Un’opportunità o solo porno?
Il web produce molto materiale, le informazioni reperibili sono amplissime. Purtroppo la scrittura non è appetibile per i giovani: linguaggi astrusi, medicalizzati impediscono l’accesso alle informazioni. Avete mai cercato “disfunzione erettile”? Wikipedia, salute.gov, andrologionline. “Voyerismo” porta alla treccani, libreriauniversitaria, dizionari.corriere. Altre volte semplicemente avvolti da troppi tabù. Questo permette il trionfo della pornografia come elemento educante: se un tempo i ragazzi potevano vedere “come-era-fatta” attraverso lo sfogliare un giornalino osè e le ragazze “come-si-fa” grazie a un romanzo rosa piccante, ora non c’è una distinzione di genere nella ricerca online. Provate a scrivere “donna nuda” su un motore di ricerca e cercate le immagini. Vi sembra che ci sia un filtro? Il porno è sempre accessibile, non c’è mediazione. Guardare il porno come fosse una sorta di educazione sessuale non è corretto: il porno si basa sulle fantasie sessuali, non sulla realtà. Il porno è mera prestazione e corpi perfetti. Non c’è il tocco, non c’è l’odore. L’unico tocco è quello proprio, la masturbazione in un momento di massima eccitazione data dalle immagini pornografiche è sicuramente la migliore che possa essere presente al mondo. Perché interessarsi ad altro se da solo riesco ad ottenere il massimo? Alcune persone dicono di avere orgasmi più intensi con il cybersesso che con i partner nella vita reale. Ci credo: cosa c’è di meglio di un partner vero? Uno finto.
Non sento niente, non mi interessa più.
I nuovi pazienti sessuologici sono giovani, estremamente giovani. Fanno sesso in maniera performante, sono pieni di ansie legate alla loro incapacità di somigliare ai modelli che loro stessi cercano in maniera solitaria on line. Le esperienze che hanno avuto con la sessualità sono prive di storia, sono solo atti, non narrazioni. Il sesso è tutto: orale, coitale, anale… ma non sentono nulla. Riassumendo vediamo quindi che il maggiore accesso al sesso diminuisce il desiderio di sessualità. E’ forse perché è terminato il momento del bramare il proibito?