Cosa hanno dovuto udire le nostre orecchie durante l’ultima puntata delle Iene! Ilary ha dato la notizia secondo cui alcuni ricercatori americani dell’Università di boh, probabilmente Chippewa Falls o un altro posto dimenticato da Dio, hanno (di nuovo) smentito l’esistenza del punto G. Chi lo dice adesso ai produttori seriali di vibratori g-spot e a tutte quelle donne che giurano di averlo trovato? Vi diremo di più, esimi studiosi secondo noi anche un po’ invidiosi: gli orgasmi di cui il corpo femminile è capace sono addirittura 11, un-di-ci. Tra questi ovviamente l’orgasmo clitorideo e quello vaginale, ma anche quello della pelle, dei capezzoli, del punto A e molti altri di cui vi parleremo a tempo debito. Ma partiamo subito dal leggendario G, da sempre perseguitato da miriadi di pogrom di sedicenti luminari internazionali.
L’orgasmo g-spot è quello appunto riferito al punto G, collocato a circa 5-6 cm dalla vagina ma andando in fondo in alto. Può rimanere localizzato in quel punto oppure esplodere lungo tutto il corpo fino addirittura a scuotere le gambe, da cui la definizione inglese di “leg shaker”. Il punto G è anatomicamente diverso dal resto della vagina: è ruvido e spugnoso e quando è eccitato non solo si gonfia di sangue, ma secerne anche del liquido prostatico. Prostatico? Sì, perché questo processo di eccitamento è molto simile a quello maschile, infatti la spugna uretrale va in erezione e s’irrigidisce. Insomma, per dirla tutta, “viene duro” anche alle donne.
Come trovarlo
Ci sono diversi modi per stimolare il punto G: le palpazioni ritmiche o i movimenti di attrito circolare, ad esempio, meglio se eseguiti da dietro o con le dita per un tempo non inferiore ai 20-25 minuti. Se proprio vedete che ogni tentativo è vano, non abbiate paura di affidarvi alla sapiente funzionalità dei vibratori g-spot, la cui punta arrotondata e ricurva verso l’alto è pensata appositamente per raggiungere il punto G e stimolarlo con precisione (alla faccia di chi ancora sostiene che non esista).
Molte donne lo descrivono come un’onda euforica e crescente che diparte dal basso ventre per poi esplodere nell’area pelvica fino a far perdere per qualche secondo la cognizione di dove esattamente ci si trovi e, nei casi più rari, a sfociare in una vera e propria eiaculazione: lo squirting.
Proprio di “squirting-orgasm” parleremo nella prossima puntata, perciò stay tuned e fatelo leggere al vostro lui!