La meditazione orgasmica (OM) è una pratica fondata da OneTaste, associazione fondata a San Francisco nel 2001 da Robert Kandell e Nicole Daedone per promuovere lo Slow Sex come metodo per raggiungere l’orgasmo femminile. A metà tra yoga, tantra e preliminare, consiste nell’accarezzare il clitoride di una donna per 15 minuti senza altro obiettivo se non quello di rimanere concentrato sulla sensazione. Secondo la fondatrice, che da anni tiene conferenze anche su TEDx, si tratta di un’attività importante per il “contatto, l’energia e il benessere” e per “aumentare la connessione intima con il partner”. Oggetto anche dell’ultimo Goop Health Summit (il “congresso” sulla salute condotto dalla tuttologa Gwyneth Paltrow con il team di autrici del suo blog, ndr), la meditazione orgasmica è ormai un vero e proprio marchio registrato con un giro d’affari che, secondo la società di consulenza finanziaria Bloomberg, supera addirittura i 12 milioni di dollari.
Che cos’è la meditazione orgasmica?
Secondo Christene Lozano, sex therapist specializzata in dipendenza dal sesso e salute sessuale, “è un tipo di pratica meditativa che integra la piena consapevolezza e attenzione del momento presente con l’esperienza dell’orgasmo, senza che questo debba necessariamente verificarsi”. Durante una sessione di meditazione orgasmica, l’accarezzatore accarezza delicatamente il clitoride dell’accarezzata per 15 minuti perché questo è ritenuto il tempo necessario a far entrare la mente e il corpo in uno stato di orgasmo. A praticarlo sono dei veri e propri personal trainer durante workshop pagati a caro prezzo, fino a 150$ all’ora.
Secondo Jenni Konner, produttrice di “Girls” e degli ultimi tv show di Lena Dunham: “Aiuta le persone a conoscere i loro corpi e le coppie a connettersi ed è una pratica estremamente salutare per i traumi sessuali”.
La meditazione orgasmica funziona davvero?
Secondo Angie Gunn, terapeuta sessuale e traumatologica oltre che sex expert per talkspace.com, il metodo OM è erroneamente restrittivo circa i generi coinvolti, l’accarezzatore è maschio e l’accarezzata femmina, e prevede un’attività troppo limitata e circoscritta che ostacola la creatività e la connessione individuale. Il piacere non può ridursi, insomma, ad un tempo così breve e ad una sola zona erogena, tra l’altro esclusivamente femminile.
La meditazione orgasmica può avere senso, invece, se vista come un momento all’interno di un percorso più complesso, lungo e strutturato, modulabile a seconda della personalità e dello stile di vita. Esistono ormai moltissimi modi per essere più consapevoli della propria sessualità senza per forza ricorrere ad un metodo “registrato”: yoga o respirazione, ad esempio, il body mapping o il rilassamento progressivo dei muscoli, il tantra o il massaggio erotico, più universali, ampi e anti-dogmatici. Dove nessuno può dire a qualcun altro: “Ehi, ma tu non hai il clitoride!”.