Ognuno di noi, ad un certo momento della propria vita, arriva a voler capire realmente e visceralmente chi è; credo, infatti, che spesso assumiamo un ruolo sociale che non ci appartiene tanto da soffocare così alcune parti di noi stessi molto importanti. Io ho scelto di cercare la vera “me” in diversi modi ed uno di questi è attraverso i miei sensi, in grado di farmi provare emozioni nuove, semplici e profondamente reali nella loro capacità di parlare un linguaggio che non lascia spazio a fraintendimenti.
E allora stimolo il mio olfatto indossando annusando il mio profumo preferito oppure mi faccio spalmare una crema profumata sul corpo godendo doppiamente perché, oltre all’olfatto, sento il tatto ed il calore della mano dolce e delicata che accarezza le mie gambe, sale poi verso la pancia e le braccia, si appoggia quindi al mio decolleté e arriva sul viso. La pelle si rianima, prende vigore e, a tratti, è attraversata da brividi molto caldi che scatenano immagini mentali stimolanti ed intense. Mi viene quindi voglia di provare nuove esperienze tattili e cosa può esserci di meglio di un massaggio ayurvedico regalato da un’amica? Così mi lascio trasportare dalle mani esperte dell’ayurveda che fa scivolare sul mio ventre dell’olio essenziale inaspettatamente caldo il cui profumo mi catapulta improvvisamente nei ricordi della mia infanzia e della mia vita precedente; provo nostalgia ed una leggera malinconia quindi decido di tornare al mio presente percependo le mani su di me che, a tratti, sembrano moltiplicarsi; infatti, avendo gli occhi chiusi, mi chiedo se ora si sia aggiunto qualcuno nella stanza e nel massaggiarmi. Tutto questo crea in me una sorta di “confusione percettiva” che stranamente risulta essere molto piacevole perché mi fa sembrare di essere in un mondo parallelo dove tutto è leggero, semplice, gustoso e profumato.
Ho intenzione, in questi ultimi scorci d’estate ed oltre, di continuare questo mio stimolante viaggio verso nuove esperienze che mi stanno riportando poco a poco alle mie radici e a tutto quello che c’è di più arcaico e primordiale in me. Sono curiosa e, perché no, un po’ intimorita nel continuare ad avanzare in questo viaggio anche se ne ho la certezza: ne vale la pena.