Tra Tinder, Grindr, Meetic e Facebook – che rimane a sua insaputa il sito di dating n°1 – le regole dell’appuntamento al buio cambiano continuamente. Se fino a dieci anni fa si pensava che gli unici a cercare l’anima gemella online fossero nerd e psicopatici, ora non c’è single che non sia iscritto a Tinder o che non chieda impunemente l’amicizia su Facebook a gente a caso. Se da un lato la tecnologia facilita gli incontri e le relazioni a distanza – vedere i vibratori wireless per credere – dall’altro l’illusione di una scelta illimitata rende difficile focalizzarsi e stabilizzarsi con una persona sola, generando persino qualche mostro: comportamenti prima impossibili o socialmente condannati nel mondo reale ora sono diventati la norma. Quali? Il ghosting, ad esempio, o il benching e lo zombieing (di cui parleremo nelle prossime puntate). Arabo? No inglese e ora vi spieghiamo subito di che si tratta.
IL GHOSTING: COS’È?
In poche parole, il ghosting è quando si viene scaricati attraverso un atto di scomparsa. Niente più chiamate, niente più messaggi WhatsApp, niente più risposte a qualsiasi tentativo di comunicazione. Nella peggiore delle ipotesi, blocco totale. Ed è diffusissimo: un’indagine condotta da elle.com ha rivelato che il 26% delle donne e il 33% degli uomini sono spariti o sono state vittime di sparizione.
Esistono diversi gradi di ghosting – dopo poche uscite o dopo anni di convivenza – e ovviamente è tanto più grave e doloroso quanto più tempo si era trascorso insieme. Quando uno sparisce, quasi sempre dal nulla, dalla sera alla mattina, è talmente improvviso da gettare nel panico: “Gli sarà successo qualcosa? È morto?”. Poi lei, la story su Instagram: non solo è vivo e vegeto, ma pure felice come una Pasqua.
PERCHÉ SUCCEDE?
Nulla di nuovo sul fronte occidentale. Il cliché del marito che esce a comprare le sigarette e non torna più è ormai proverbiale. Ora è semplicemente un fenomeno più diffuso di prima perché ce lo si può permettere ed è rapido e indolore, tanto più che con la ragazza o il ragazzo in questione generalmente non si ha altro legame che Facebook e WhatsApp. In realtà è capitato a tutti di sparire, spesso giustificandosi di “doverlo fare per il bene dell’altro”, specie nei casi in cui si sono dati nel tempo segnali di distacco o insofferenza. A quel punto la scomparsa viene vista come l’unico modo per passare all’azione, per far capire che è finita una volta per tutte. E a chi risponde: “Beh, poteva almeno dirmi in faccia quello che pensava di me”, rispondiamo: “Sicura sicura di volerlo proprio sapere?“.
COSA FARE QUANDO L’ALTRO SPARISCE?
Resisti all’urgenza di raggiungere il “fantasma”. È comprensibile e legittimo che tu senta il bisogno di chiudere “per bene”, ma puoi farlo anche da sola. Continuare a scrivergli non ti aiuterà, perché lui ti rifiuterà (anche solo bloccandoti su WhatsApp, Messenger e anche sul telefono) e la tua autostima scenderà ai minimi storici. A quel punto ti dirai: “Voglio almeno sapere perché”, ma la verità è che vuoi soltanto ristabilire un contatto. Qualsiasi sia la ragione – e tu potresti non conoscerla mai (perché non la sa neanche lui o perché mente) – l’unica cosa che conta realmente è che non vuole stare con te. E tu meriti più di questo, vero?