Anorgasmia: a soffrirne è 1 donna su 10

Il Disturbo dell’Orgasmo Femminile, o Anorgasmia, è molto diffuso. Parliamo all’incirca di un’incidenza tra il 5 ed il 10% della popolazione femminile adulta, anche se gli studi non sono tutti concordi.

ANORGASMIA: I 3 DIVERSI TIPI

Cominciamo col dire che l’Anorgasmia si suddivide in primaria, dove non si è mai riusciti ad avere un orgasmo in nessun modo; secondaria, circoscritta cioè ad un momento specifico, dove se prima l’orgasmo era raggiungibile, anche se non necessariamente con facilità, ad un certo punto è diventato impossibile, ed infine situazionale, in cui con determinati partner e/o in determinate situazioni si riesce a raggiungere, con altri e in diversi contesti no.

ORGASMO VAGINALE: LO RAGGIUNGE SOLO 1 DONNA SU 4

Spesso l’incapacità di raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione durante il rapporto viene confusa con l’anorgasmia; in verità solo 1 donna su 4 riesce a raggiungere il piacere tramite penetrazione. Negli altri casi sarà necessaria una stimolazione diretta o indiretta del clitoride, ma ne parleremo in uno dei prossimi post.

L’anorgasmia si può definire come una persistente o ricorrente assenza dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione sessuale; infatti non raggiungere l’orgasmo non vuol dire non essere in grado di provare desiderio, forte eccitazione e piacere durante il rapporto ma, appunto, non riuscire a superare quell’ultimo gradino che permette di raggiungere il culmine del piacere.

anorgasmia

I SEX TOYS COME RIMEDIO PER CURARE L’ANORGASMIA

Il metodo più utilizzato per affrontare l’anorgasmia comprende 9 step che includono l’approfondimento sull’anatomia e fisiologia femminile per una maggior comprensione del proprio corpo e l’auto-esplorazione della propria zona genitale (grandi/piccole labbra, vagina, clitoride, etc.), prima con le mani e poi con l’ausilio di un vibratore clitorideo o g-spot. In seguito verrà coinvolto anche il/la partner che avrà un ruolo centrale all’interno del percorso. Il tutto viene poi accompagnato da una terapia psicologica basata sulla ristrutturazione cognitiva al fine di favorire la sedimentazione delle nuove scoperte e la riduzione dell’ansia associata alla componente sessuale. Nulla, insomma, che non possa essere risolto con un adeguato trattamento, purché si sia presa coscienza del problema.

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