Tempo delle Donne 2016: molto amore e zero sesso

È tra Negramaro (il gruppo rock) e grappa (il liquore) che si è chiuso domenica sera il Tempo delle Donne 2016, la tre giorni al femminile curata da La27Ora del Corriere della Sera in collaborazione con Io Donna, Fondazione Corriere e Valore D. Un intero weekend di incontri non stop a tema #sessoeamore a cui noi di MySecretCase non potevamo assolutamente sottrarci, complici i tanto invitanti quanto spesso ingannevoli titoli degli incontri in programma. Tipo “La donna clitoridea ai tempi di YouPorn”, bellissimo. O “Sexantenni”, interessantissimo. Oppure, ancora, “Sesso e cibo: i due appetiti”, imperdibile. Salvo poi scoprire che di sesso, in teoria tema fondante della rassegna, non ce n’era neanche l’ombra.

Sì perché come siamo bravi ad eluderlo noi, finendo a parlare di “affettività”, “donna ingabbiata nel suo ruolo di moglie e madre” o “emancipazione ancora lontana”, riescono ad esserlo davvero in pochi. Che poi, sarà ancora il caso di parlare per la centounmilionesima volta di emancipazione sessuale, questa abusata? A noi, che abbiamo a che fare ogni giorno con donne che si masturbano, che fanno pegging e che sovvertono i ruoli di continuo e per puro gioco, quest’espressione sa tanto di femminismo post-sessantottino. E sono passati 40 anni.

Intanto, come scolarette al cospetto del Maestro Manzi, ci rechiamo armate di tablet e taccuino ad almeno 2/3 incontri al giorno alla ricerca di un’illuminazione. Qualcuno che magari ci spieghi come aiutare quella donna su 2 che soffre di anorgasmia o che ci riporti le ultime novità dall’estero in fatto di Eros. Ed è lì che, con grande sorpresa ma alcun pregiudizio, scopriamo che su 66 incontri workshop esclusi, i sessuologi sono 2 e la ginecologa è 1.

Cioè ad una rassegna sul sesso non ci sono sessuologi. Ma fa niente, magari non vuol dire.

In compenso il parterre è nutritissimo: Maria De Filippi, Emma, Michela Vittoria Brambilla, Maria Elena Boschi, Luisa Ranieri, Pupi Avati, Giuliano Sangiorgi, Geppi Cucciari e persino Fabio Rovazzi di “Andiamo a comandare”, tutti chiamati a vario titolo a parlare di sessualità. Esperti o specchietti per le allodole? L’importante è che vengano quanti più milanesi possibile, poco importa se cafonal, addetti ai lavori o realmente interessati. Dice bene Geppi (la migliore in assoluto insieme all’attrice Francesca Isola) quando esordisce al suo intervento con: “Grazie per avermi invitata, ma… io che ci faccio qui?”. Oh, almeno lo ammette.

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In tre giorni non abbiamo mai sentito la parola “pene” né “vagina”, solo una volta “clitoride” e di sfuggita “sesso anale”. Zero sessualità alternative, una sola inchiesta sul cibo (dove però si è parlato di corpo e obesità), due incontri sul matrimonio ed uno sull’asessualità, scrittrici erotiche che non se la sentono di usare la parola “cazzo”, svariate manager che “ce l’hanno fatta” (e perché non avrebbero dovuto?) e comiche che ironizzano sull’amore ma non sul sesso perché “oh no, quale volgarità!”. 

Ah ma la parte più spassosa sono stati i workshop in giardino: sessioni non stop di yoga pranayama, ananda e vinyasa + mindfulness. Uhm. In effetti gli esercizi di Kegel, il karmafitness o gli showcooking a base di love food sarebbero stati troppo arditi. 

Quindi, riassumendo: senza nulla togliere ad alcuni contributi che sono stati bellissimi e che anzi avremmo voluto più lunghi ed approfonditi, come il video “Sesso e Amore” di Cristiana Capotondi e Cristina Mainardi, o il monologo di Francesca Isola sugli stereotipi femminili o, ancora, le testimonianze di Valentina Tomirotti e Simonetta Morelli dei blog Pepitosa e inVisibili, avremmo una domanda: scusateci, ma il sesso, quello vero, dov’era?

Mancavano Ayzad, Valentina Maran, Un’Amica in Affitto, Bettina Zagnoli, Willy Pasini, YouPorn e Pornhub Italia, Vagenda, Ladies Come First, Dan Savage e poi ancora ginecologhe, ostetriche, sessuologhe, sex blogger tutte e sì, mancavamo anche noi di MySecretCase. Perché la sessualità si impara facendo, mettendo un vibratore in mano ad una ragazza e dicendole “provalo”, invitandola a guardarsi allo specchio e a toccare il suo corpo come fosse un territorio inesplorato, introducendo l’educazione sessuale non solo nelle scuole ma in eventi come questi, considerando la nostra sessualità naturale ed inevitabile come il fatto che abbiamo due occhi e due braccia, parlandone con la stessa disinvoltura con cui ci spazzoliamo i capelli, lavorando ogni giorno sul concetto generale di autostima più che su quello di “donna” o “uomo”.

Ma tant’è, forse ci arriveremo più avanti. Forse.

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