Giovedi 19 maggio, ore 16.45. Ci chiama Maria Elena (Barnabi, ndr, stella polare di ogni sexynauta che si rispetti, ndr alla seconda) e ce la butta lì: “Ragazze, vi andrebbe di fare da sponsor ad un festival?”
Sarà sicuramente qualcosa di erotico, pensiamo, o al limite di “pelvico”, nostro piatto forte. E invece no, il festival in questione è quello del “NON giornalismo”, una specie di salon de refusés di giornalisti, addetti stampa, pubblicitari e blogger che sono sì cazzuti, ma senza prendersi troppo sul serio. Ad organizzarlo due autorevolissime penne di Milano Finanza, Andrea Montanari e Marcello Bussi, più che mai in vena di bischerate per demistificare l’italica superbia del “lei non sa chi sono io”. Gli elementi del Festival ci sono tutti: giuria, premi, nomination, madrina, riso venere e flute, solo che tutto è ribaltato nella sua parodia, come nei migliori riti carnascialeschi. I premi, tanto per cominciare, sono i nostri. La giuria, per continuare, risponde ai nomi di Emilio Fido, Tranquilla Luikarellis, Henry Mentina e Johnny Rayotta. Fellini ne andrebbe fierissimo, RIP aka pace all’anima.
Arriviamo in tutta baldanza ancora confuse circa la natura dell’evento: sarà o non sarà una cialtronata? La madrina è una modella e attrice slovacca da urlo, selfie? Se non c’è il fondale bianco dietro, no grazie. Una diva. La cosa si fa seria. Parliamo di marmocchi e nanny (da lei chiamata “la nana”) e tutto ritorna alla normalità. O quasi, perché qui, i cliché, non esistono. Linda Pavlova non è solo bella bella in modo assurdo (e lo ammette candidamente, al diavolo la falsa modestia), ma anche sarcastica, scorrettissima, mitica. Infondici, o musa, la tua perfezione. Arrivano candidati e parterre, età media 35, tutta gente spiritosa. Il Festival del Giornalismo di Perugia e il Premio Saint-Vincent sono ormai storia vecchia, la nuova inizia ora, al Design Café della Triennale. Malgrado la cialtronesca dichiarazione d’intenti, il carrozzone che si profila è goliardico ma fine. Sono le 19.00, è il momento apertura-pacchi, ci sembra di stare come d’inverno, sotto l’albero, alla vigilia. Primo premio alla giovane promessa del NON giornalismo: Lorenzo Motta di Runner’s World a cui va il Monkey Spanker, “un bilanciere per il pene”, spieghiamo. Sembra gradire e lo dedica alla sua musa (non la slovacca, un’altra). Secondo premio “Un Certain Markette” a Simone Filippetti del Sole24Ore, quasi commosso alla vista di Teddy, l’orsetto del cuore di fanciullina memoria, salvo poi sapere che ha la lingua lunga e non a caso. Terzo Premio alla NON carriera all’esimio Enrico Fedocci di TgCom24, il cui NON discorso ha fatto più breccia di un’orazione ciceroniana in salsa Obama. A lui l’augurio di andare in pensione con giubilo con il nostro Lulu Egg. Ultimo ma non ultimo il premio al NON giornalista dell’anno, Alberto Dandolo, irriverente gossipparo di Dagospia che minerebbe la stabilità pure di un cubo di granito. Sei etero o gay? Secondo Dandolo sei gay, sempre. A lui va Tor 2, il nostro adorato, speriamo ne faccia buon uso. Les jeux, e che jeux, sont faits, letteralmente. La serata è gagliarda, e mentre Andrea e Marcello si aggirano tra i tavoli in odor di marachella come il Conte Mascetti e soci, il vino scorre a fiumi e tutto va come deve.
Ah, noi tifavamo per Fabio Savelli, il romano dagli occhi di ghiaccio. Pazienza, sarà per la prossima, Fabiè!