Educazione sessuale: come funziona in Italia?

La normativa in Italia non esiste. Sono stati sviluppati diversi piani d’intervento, ai piani alti, ma nessuno è diventato ufficiale. Le uniche direttive che in questo momento possono accompagnare genitori, insegnanti ed educatori sono quelle espresse dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) nel 2010 a Colonia (Germania) attraverso gli Standard per l’Educazione Sessuale in Europa. Nel 2013 è stata redatta la prima edizione per la messa in pratica delle linee guida, ovvero la Guida alla Realizzazione.

Standard europei per l’Educazione Sessuale in Italia

Anche qui, una storia tutta italiana: se nei Paesi europei la traduzione del documento è stata redatta dai locali Ministeri della Salute, in Italia se ne è occupata la FISS. La Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, grazie alla cura del prof. Piero Stettini, ne ha curato la versione per il Bel Paese, ed è stata però la più veloce: siamo il primo Paese ad avere il documento in lingua. Questa rapidità non è però connessa con la ricezione della società: molte sono state le polemiche. “E’ un manuale di corruzione per minori!” si grida allo scandalo. “Prevede corsi di masturbazione per bambini fino ai 4 anni!”, “Linee-guida per l’erotizzazione del vecchio Continente”, “Ideologia pansessualista che apre a forme di depravazione”. Fortunatamente il manuale è gratuito, scaricabile dal sito della FISS e non ha tante pagine: potete leggerlo anche voi e farvi un’opinione personale.

Chi la fa?

Tutti: anche tu. La società nella sua interezza deve prendersi cura della trasmissione di informazioni legate alla sessualità, prestando attenzione al mondo dei media, delle pubblicità, dell’associazionismo. I genitori hanno un grande compito, che comincia dalla nascita: saper cogliere le richieste dei cuccioli d’uomo, svelare le informazioni per grado, saperli condurre verso la consapevolezza e la libera scelta. Questo compito viene considerato informale, ovvero una presenza costante di accompagnamento. Anche gli insegnanti hanno la meravigliosa possibilità di cogliere le perplessità e condurre alla riflessione su di esse: cos’è il maschile e il femminile? Cos’è l’amor? E’ necessaria però anche un’educazione formale: degli spazi predisposti per il confronto mediato da un esperto conduttore.

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L’educazione sessuale non è uguale per tutti

Il primo principio cardine è l’adeguatezza delle informazioni rispetto ai minori, perché i bambini e i ragazzi non sono tutti identici: non solo deve essere modulata rispetto all’età, ma anche rispetto al livello di sviluppo. Si tratta quindi di accompagnarli per tutta la loro vita, dalla nascita fino all’età adulta. Sappiamo tutti che le classi non sono tutte uguali: ci sono quelle più curiose e quelle più tranquille. Non solo, i bambini, anche se appartenenti alla stessa classe, non sono tutti uguali, è necessario essere sensibili alla cultura, società e al genere, e rapportarci con le realtà di vita di bambini e ragazzi. Per questa ragione, ogni volta che si parla con un bambino, dobbiamo prestare attenzione al suo linguaggio e alle sue richieste specifiche, modulando la nostra risposta alle sue. Per questa ragione la Guida si raccomanda per l’attivazione di percorsi partecipativi, dove bambini e ragazzi sono la animata parte attiva che conduce insegnanti ed esperti verso quello che vogliono sapere: ci sono bambini che vogliono sapere tutto sui parti gemellari (argomento di grande fascino per i piccoli) e quelli che hanno trovato un preservativo al parco giochi, hanno capito che è qualcosa di tabù ma non sanno a cosa serve. Bisogna saper ascoltare le reali domande che ci intendono fare, non ciò che noi supponiamo sia la risposta standard.

L’educazione sessuale trasmette valori?

Il testo è stato bocciato dalla società in quanto portatore di un relativismo etico: va bene tutto. In realtà gli Standard prevedono che l’educazione sessuale sia basata sui Diritti Umani (anche sessuali e riproduttivi). Non sono privi di valori, ma portano a credere nella libertà e nel rispetto come valori assoluti: non quindi relativismo etico, ma liberalismo etico. L’obiettivo dell’educazione sessuale deve essere l’assunzione dell’autonomia delle scelte nel rispetto delle responsabilità. Il benessere dell’uomo è la finalità, e ne diventa un concetto olistico che comprende molte aree della sfera umana. Pertanto una buona educazione sessuale contribuisce allo sviluppo di una società giusta e solidale, attraverso l’empowerment delle persone e delle comunità locali. Il mezzo per giungere a questi elevati obiettivi nelle scuole è quello della partecipazione attiva: i bambini e ragazzi si confrontano sui valori di cui sono portatori, comprendendo ed accettando i punti di vista di tutti. Pertanto l’educazione poggia saldamente sui principi di equità di genere, autodeterminazione e accettazione della diversità.

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